Il 2 Luglio il Garante per la protezione dei dati personali ha presentato al Parlamento la Relazione Annuale sull’attività dell’Autorità da lui presieduta. Il Presidente Francesco Pizzetti ha documentato il lavoro svolto dall’ufficio nel corso del 2008- 520 provvedimenti collegiali adottati, 321 ricorsi, 1058 risposte a quesiti e 21 Pareri al Parlamento- ed espresso la visione dell’Autorità intorno a diverse questioni di attualità, dalla rilevanza dei social network alla privacy di cittadini e lavoratori, dalla video- sorveglianza alle limitazioni alla pubblicabilità delle notizie ottenute dai giudici.
“Dai blog ai social network fino al recentissimo, e già quasi invecchiato, sistema Twitter sempre di più oggi l’informazione è il prodotto di una comunicazione continua e collettiva a livello mondiale”. Da qui, ha aggiunto il Presidente, la necessità di creare un’autorità internazionale in grado di regolare tale infrastruttura, anche allo scopo di “dare disciplina e certezze all’immenso sistema di reti di telecomunicazioni, che è il cuore pulsante del mondo contemporaneo”.
Ma allo stesso tempo il Garante non ha nascosto i rischi che la pervasività delle tecnologie pongono in termini di invasione della privacy individuale. Il Presidente si è anzitutto soffermato sul diritto alla non diffusione delle immagini relative a dimore private che, ha spiegato “si applica a tutti, indipendentemente dalla notorietà”. E, commentando la recente pubblicazione online dei compensi di diversi dirigenti pubblici, ha ammonito sulla necessità di contemperare l’esigenza di trasparenza con la tutela della sfera private individuale.
Non è mancato un riferimento alle nuove regole relative ai limiti della pubblicabilità di notizie acquisite e trattate dai giudici. Dopo aver chiarito che non spetta all’Autorità fissare le norme in questo settore, Pizzetti ha espresso perplessità rispetto alla previsione di sanzioni penali per i giornalisti. “Per quanto riguarda le nuove regole sui limiti della pubblicità delle informazioni acquisite e trattate dai magistrati, ha detto “serve una nuova disciplina e lascia perplesso il ricorso a sanzioni penali a carico degli operatori dell’informazione”.
Ferma la presa di posizione anche rispetto alle misure assunte dal Parlamento in materia di conservazione dei dati di traffico telefonico, e di utilizzazione degli elenchi telefonici a fini promozionali. I provvedimenti recentemente varati, ha spiegato Pizzetti, hanno natura “settoriale”, e sarebbe assolutamente opportuno evitarli.
Da ultimo, il Garante ha ribadito l’esigenza di regole più stringenti in materia di accesso lle banche dati di sicurezza, e preannunciato un intervento dell’Autorità in tema di videosorveglianza.
Il testo completo della Relazione Annuale è disponibile qui
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