Lo dice bene un documentato articolo pubblicato nei giorni scorsi dal Los Angeles Times: quelle in corso sono davvero “big weeks” per quanto concerne gli orientamenti giuridici su circolazione e distribuzione dei materiali multimediali online.
Prima la decisione del Tribunale svedese che ha giudicato colpevoli i fondatori del popolare sito di file sharing The Pirate Bay, e la susseguente vendita dello spazio in questione a Global Gaming Factory. Quindi la sentenza di Harold Baer, giudice distrettuale dello Stato di New York, il quale ha condannato un internet provider colpevole di promozione esplicita dello scambio di contenuti online.
Ma soprattutto, l’apertura oltreoceano di due nuovi casi che potrebbero allargare ulteriormente il “fronte” di battaglia tra major e supporter della libera circolazione in rete.
Lunedì scorso, infatti, un raggruppamento composto da 13 etichette musicali ha iscritto a ruolo una causa contro 3 servizi di downloading (legale) di musica. Secondo l’accusa, i responsabili dei servizi avrebbero inserito indebitamente nelle proprie library alcune canzoni appartenenti alle etichette, non rispettando le leggi vigenti sul copyright.
Il secondo caso riguarda invece l’American Society of Composers, Authors and Publishers, che ha chiesto ad una Corte Federale di ridefinire lo “status” delle suonerie per cellulare, facendole rientrare nella categoria delle “performance pubbliche” anziché in quella dei “download”. Se accolta, l’istanza darà all’ASCAP la possibilità di richiedere delle royalty in tutti i casi in cui lo squillo del cellulare è associato ad un motivo sotto copyright.
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