Gli Internet Service Provider (ISP) hanno il diritto di agire per garantire ai propri utenti la miglior qualità di servizio, ma ogni azione di filtraggio o rallentamento programmato del traffico è da considerarsi illegale. Sono questi i due elementi principali del discorso offerto ieri dal direttore della Federal Communication Commission Julius Genachowski. Genachowski ha inteso così delineare nuove e più precise linee guida in materia di data filtering e neutralità della rete, con l’obiettivo di “preservare l’apertura e la libertà della rete” di fronte alle pur legittime richieste degli ISP.
Le nuove disposizioni si affiancano a quelle adottate già nel 2005. Il quinto principio, quello cosiddetto di “non- discriminazione”, impone ai provider di astenersi da ogni tipo di filtraggio o rallentamento rispetto ad applicazioni o tipologie di contenuti specifici. Il sesto ha invece a che vedere con la “trasparenza”, e prevede che gli stessi ISP debbano fornire informazioni chiare rispetto alle proprie pratiche di network management. Il passaggio più significativo del discorso (qui la trascrizione integrale) recita:
[Non discriminazione] significa che gli ISP non possono bloccare o rallentare alcun tipo di traffico legale che corra sulle loro reti, né possono individuare o favorire contenuti o applicazioni specifiche. Inoltre, gli ISP non sono autorizzati a sfavorire un servizio internet di terzi che sia in competizione con uno proprio analogo. La rete deve continuare a dare agli utenti la possibilità di scegliere quali sono i contenuti e le applicazioni più valide.
Questo non significa che gli ISP non abbiano diritto a gestire le proprie reti in maniera razionale e ragionevole. Nei periodi di congestione, per esempio, i provider hanno il diritto assicurarsi che il traffico generato dagli heavy users non limiti l’accesso alla rete degli altri utenti.
Negli ultimi mesi i temi del network management e della gestione del traffico sono stati al centro del dibattito mondiale relativo a internet. Da una parte ci sono gli Internet Service Provider, che rivendicano la facoltà di monitorare (ed eventualmente rallentare) dati tipi di traffico per garantire a tutti una miglior qualità del servizio. Dall’altra i fautori dell’internet paritaria, secondo i quali le pratiche di filtraggio dei dati costituirebbero una limitazione non accettabile della neutralità della rete.
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