La digitalizzazione dei libri è una sfida di importanza strategica, e l’Unione Europea deve compiere ogni sforzo per realizzarla in maniera da tutelare sia il copyright che l’innovazione. E’ questo il senso della dichiarazione congiunta rilasciata ieri dai Commissari europei Viviane Reding (Media e Società dell’Informazione) e Charlie McCreevy (Mercato interno e Servizi) a latere degli incontri organizzati con editori, aziende IT, istituzioni culturali e associazioni di cittadini per discutere di conversione informatica di libri e documenti.
Pur riconoscendo le difficoltà tecno- organizzative associate alla digitalizzazione dei milioni di libri presenti nelle biblioteche europee, i commissari hanno esortato aziende e istituzioni pubbliche a formare partnership per completare quello che hanno definito un processo “strategico”. “L’Europa sta fronteggiando una sfida culturale ed economica molto importante: soltanto l’1% dei libri presenti nelle nostre biblioteche nazionali ha formato digitale. Questo stato di cose ci impone uno sforzo di adeguamento enorme, ma allo stesso tempo offre nuove possibilità culturali e di mercato” si legge nel comunicato congiunto diramato dai due Servizi.
A rendere ancor più difficile il compito degli innovatori, sottolineano gli stessi commissari, sono la forte frammentazione delle legislazioni nazionali sul copyright e l’assenza di “paletti” certi rispetto a ciò che è effettivamente consentito in questo settore. L’auspicio della Commissione è che gli incontri multilaterali in corso possano consentire lo sviluppo di una orientamento comunitario unico sul tema, in grado di tutelare i diritti degli autori ed insieme alimentare i processi innovativi.
L’Europa, a differenza degli Stati Uniti, non ha ancora espresso una propria posizione ufficiale neppure su Google Book Search, l’ambizioso (e chiaccherato) progetto di digitalizzazione testuale messo a punto da Google dopo il 2005.
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