Fanno registrare tassi di accesso sempre più cospicui, assorbono ovunque una porzione crescente del tempo- internet dei navigatori e cominciano anche ad acquisire rilevanza nelle strategie operative dei dipartimenti marketing e vendite. Ma ciononostante i social network restano un bel problema per le aziende. Non solo per gli evidenti rischi che comportano in termini di perdita di produttività individuale, ma anche per le minacce che pongono in materia di diffusione indebita delle informazioni aziendali e, più in generale, per i danni che eventuali comportamenti irresponsabili dei dipendenti possono procurare alla reputazione aziendale.
Che fare? Alcune aziende- soprattutto in Europa- si sono fin qui limitate ad inibire l’accesso dei propri dipendenti a piattaforme come Facebook, MySpace e Twitter. Altre hanno invece optato per una via più aperta, cercando di approntare delle policy specifiche in grado di guidare i dipendenti all’impiego “responsabile” degli spazi sociali in rete. E la scelta a favore dell’approccio “soft” trova anche autorevoli sponsor nella letteratura specialistica: in un recente blogpost intitolato “Social Media Usage: Less Lawyering, More Encouraging” i redattori della Harvard Business Review suggeriscono la necessità per le aziende di affrancarsi dallo scetticismo nei confronti del web sociale per valorizzarne al massimo le potenzialità di business. “Il possesso di una adeguata policy in materia di social network è imprescindibile per qualsiasi organizzazione contemporanea […] E nel momento in cui la si crea, val la pena di pensarla in maniera costruttiva, e non soltanto come un modo per prevenire problemi”. Secondo gli autori, il messaggio veicolato dalla policy aziendale dovrebbe ruotare intorno a cinque caposaldi fondamentali:
1. Vogliamo che i nuovi strumenti siano impiegati, e che siano impiegati in modo utile per il business
2. Vogliamo che voi stessi (i dipendenti) ci diate una mano ad individuare le buone pratiche in materia;
3. ci aspettiamo che sappiate distinguere in modo appropriato tra impiego personale, impiego professionale ed impiego aziendale dei social network;
4. La responsabilità in materia di gestione dei rischi è condivisa tra tutti i membri dell’organizzazione;
5. Siamo pronti ad incentivare e premiare gli impieghi più virtuosi dei social network per le finalità aziendali
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