I provider hanno il dovere di operare filtri tecnologici nei confronti di coloro che si connettono al sito Pirate Bay. E’ quanto hanno sostenuto dinanzi al giudice norvegese i legali del consorzio, formato da 23 aziende, che rappresenta gli interessi dei produttori di contenuti locali. L’apertura del fascicolo si è resa necessaria a fronte del rifiuto di Telenor, il principale Internet Service Provider del paese, di filtrare le connessioni dei propri abbonati.
“Telenor ha sia l’obbligo morale che la tecnologia necessaria a fare in modo che gli utenti norvegesi smettano di utilizzare The Pirate Bay” argomenta il legale Rune Ljostad nella ricostruzione fatta da Punto Informatico. Tanto più che, almeno stando alle major, il mancato blocco da parte dell’ISP avrebbe avuto un impatto considerevole (e negativo) sugli introiti delle case discografiche, ed un corrispondente impatto positivo su quelli della stessa Telenor. “Sappiamo – ha detto l’avvocato – che gran parte dei netizen norvegesi viola il copyright a mezzo file sharing e non vi è alcun dubbio che l’azienda guadagni una quantità considerevole di denaro grazie a tale attività illegale”.
Il provider incriminato, per sua parte, si è difeso invocando i principi della legge norvegese in materia, secondo i quali il fornitore di connettività non è imputabile di alcuna responsabilità rispetto ai contenuti veicolati dai suoi abbonati.
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