Sono una delle minacce più subdole ed insidiose proposte dall’internet contemporanea, e colpiscono ogni giorno migliaia di persone in tutto il mondo. Sono i dialers parassiti, programmi tipo .exe che una volta installati sulle macchine “ospiti” le re- instradano automaticamente verso numeri telefonici a pagamento, inducendo surrettiziamente il download di oggetti digitali come suonerie, musica, sfondi per il computer. Il tutto all’insaputa del proprietario e con pesanti ricadute sulla bolletta.
Ma adesso una sentenza della Suprema Corte fornisce nuovi strumenti di difesa ai cittadini colpiti da questo tipo di truffa. La Cassazione ha infatti deciso che nel caso in cui l’utente contesti gli addebiti in bolletta Telecom- ivi compresi quelli collegati all’uso di numeri a pagamento riconducibili a traffico internet- il gestore dovrà fornire loro i tabulati integrali prima di poter procedere ad un eventuale “taglio” dell’utenza telefonica.
In passato è spesso accaduto che, a fronte di addebiti “sospetti”, gli abbonati si siano rifiutati di versare a Telecom il corrispettivo richiesto, salvo incorrere poco dopo nella sospensione della linea da parte del gestore.
La legge obbliga i siti web che fanno uso di dialers a comunicarne la presenza a tutti i visitatori. Tuttavia, nella prassi, coloro che erogano questo genere di servizi tendono a fornire l’informazione sui redirect automatici nella maniera più opaca possibile, in modo da massimizzare gli introiti diretti.
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