Il 25 gennaio Communia, la rete tematica europea che da tre anni porta avanti un progetto sul dominio pubblico digitale, ha pubblicato The Public Domain Manifesto. Si tratta di un documento che riporta i principi generali e le questioni più rilevanti intorno al concetto di dominio pubblico, inteso come il capitale di cultura condivisa libero dagli sbarramenti di accesso o di riutilizzo tipicamente connessi alla protezione del copyright.
Lo scopo del Manifesto è sottolineare il ruolo capitale del dominio pubblico culturale in campi come l’educazione, la scienza, il patrimonio culturale e l’informazione del settore pubblico. Un solido e prospero dominio pubblico è visto come prerequisito essenziale per assicurare i principi contenuti nell’art.27 della Dichiarazione Universale Dei Diritti Umani: ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.
Il Manifesto vuole quindi contrastare la tendenza della società digitale a relegare la questione del dominio pubblico digitale in secondo piano rispetto alle discussioni sulla protezione del copyright. Si propone perciò di preservare e diffondere i principi sui quali si fonda il concetto di informazione libera, nella quale rientrano non solo tutte le opere che non sono più protette da copyright o non lo sono mai state, ma anche il materiale culturale che può essere usato con libero accesso, grazie a licenze come Creative Commons.
Il principio generale è che il pubblico dominio culturale dovrebbe essere la regola e il copyright l’eccezione, perciò la protezione del copyright dovrebbe durare solo il tempo necessario a raggiungere un equilibrio tra la ricompensa economica dovuta agli autori e il bisogno di diffusione culturale della società. Inoltre ciò che è di pubblico dominio dovrebbe rimanere per sempre tale e non dovrebbe essere possibile reclamare diritti esclusivi di riproduzione tecnica.
Nel documento è insita una decisa critica alla tendenza da parte delle istituzioni normative al periodico allungamento dell’estensione temporale del copyright e alla mancata disposizione di regole che proteggano il dominio pubblico culturale da appropriazioni indebite. A questo proposito il Manifesto sprona i ministeri dei beni culturali nazionali ad assumersi il ruolo di protettori del public domain contro gli interessi dei privati.
Firmato da molte importanti organizzazioni a favore della cultura libera e da molti intellettuali accademici, fra cui Lawrence Lessig, il documento è aperto alla libera sottoscrizione. Il form si trova in fondo alla pagina del Manifesto.
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