È fissata per il 10 febbraio presso il Tribunale di Roma la prima udienza del contenzioso tra la Federazione Anti Pirateria Audiovisiva (FAPAV) e Telecom Italia.
La richiesta che Fapav presenta al Giudice è di ordinare a Telecom di inibire ai suoi utenti l’accesso ad alcuni siti da cui è possibile scaricare film coperti da diritto d’autore. Infatti, secondo dati in possesso della Federazione, negli ultimi mesi “centinaia di migliaia di utenti Telecom” avrebbero scaricato illegalmente filmati attraverso software per il peer-to-peer.
Per ottenere questa informazione la Fapav ha condotto un’indagine in cui sono stati monitorati i comportamenti online degli utenti Telecom: si è potuto così scoprire quali film hanno scaricato e condiviso e persino quali siti hanno visitato.
Ed è a causa di questa intromissione nella vita dei privati cittadini che il Garante della privacy ha deciso di costituirsi in giudizio a fianco di Telecom Italia. Si ripete così un caso in tutto analogo a quello di Peppermint, dove, anche grazie allo schieramento del Garante a fianco degli Internet Provider, il Tribunale di Roma finì per sancire che la segretezza delle comunicazioni elettroniche si può violare solo in casi gravi, tra cui non rientra il peer-to-peer.
Questa volta però le cose potrebbero andare diversamente: le recenti sconfitte dei fornitori di servizi come nel caso di YouTube-Mediaset e l’ordinanza della Cassazione su The Pirate Bay hanno dimostrato come la giurisprudenza in Italia si stia orientando sempre di più verso un modello che attribuisce responsabilità sul comportamento degli utenti ai fornitori di servizi.
Allo scopo di contrastare questa tendenza, l’Aiip (l’Associazione italiana internet provider) ha annunciato che si costituirà in giudizio con Telecom e con il Garante.
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