Sulle responsabilità dei provider giunge dall’Australia una sentenza in netta controtendenza rispetto alla recente ordinanza della Cassazione sul caso di the Pirate Bay. Uno dei maggiori internet service provider australiani, iiNet, è stato assolto dall’accusa di concorso nella violazione di diritto d’autore commessa dai suoi utenti.
La vicenda legale di iiNet era iniziata nel 2008 quando un gruppo formato dai maggiori studios cinematografici hollywoodiani, riuniti sotto l’egida della Australian Federation Against Copyright Theft, aveva accusato l’ISP di concorso nel reato di violazione del copyright. In particolare, il fatto che iiNet , sebbene informato dagli studios holywoodiani della condotta illecita degli utenti che scaricavano film con BitTorrent, non abbia provveduto a disconnetterli né a diffidarli, rappresentava per l’AFACT una “autorizzazione” alle violazioni.
Ma il giudice ha rigettato l’accusa dichiarando che iiNEt “non è responsabile per gli utenti che utilizzano BitTorrent per infrangere la legge sul copyright…La legge non prevede l’obbligo per nessuna persona di proteggere il copyright di un’altra” sottolineando come l’ISP si sia limitato a fornire un servizio che non è inteso né designato per violare il copyright. Pertanto l’AFACT dovrà coprire le spese legali sostenute da iiNet, per un ammontare di 4 milioni di dollari australiani.
Il giudice ha inoltre evidenziato il fatto che questo caso ha attirato una forte attenzione sia in Australia che all’estero. È stato anche il primo processo australiano ad andare su Twitter.
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