I profili degli utenti minorenni dei social network devono essere impossibili da trovare attraverso i motori di ricerca. Questa una delle principali regole emerse dall’accordo europeo fra 17 grandi società del web tra cui Facebook, Google/YouTube, MySpace, Microsoft e Yahoo.
L’incontro tra le aziende si è svolto a Lussemburgo, in occasione della giornata “Safer Internet 2010” organizzata dalla Commissione europea. I principali siti europei di socializzazione si sono riuniti per stipulare una serie di regole volte a migliorare la sicurezza dei minorenni che utilizzano la rete e far fronte comune contro i rischi potenziali a cui sono esposti i più giovani come l’adescamento da parte di adulti, il “bullismo” online e la divulgazione di informazioni personali.
L’invisibilità dei profili degli utenti sui motori di ricerca è un’opzione già da tempo disponibile su alcuni social network, tra cui Facebook, ma per gli utenti meno esperti non è facile trovare e cambiare le impostazioni sulla privacy. Ora la nuova autoregolamentazione prevede, almeno per i minorenni, che questo settaggio diventi automatico e che risulti quindi impossibile compiere ricerche in merito ai loro profili privati.
Oltre all’invisibilità sui motori di ricerca, l’accordo prevede che i social network rendano tutte le opzioni di tutela della privacy evidenti e accessibili in ogni momento. I siti dovranno inoltre mettere a disposizione un tasto per la “segnalazione di abusi” e impedire l’iscrizione ai minori di 13 anni.
Evidentemente crea non poche perplessità l’effettiva attuazione di quest’ultima regola, dal momento che sarà inevitabilemente l’utente stesso a dover dichiarare la propria età all’accesso del sito. Ma non solo, per iscriversi ad un social network è necessario compilare con i propri dati anagrafici una scheda di autocertificazione che non risulta essere soggetta ad ulteriori verifiche o controlli. Non sembra quindi uno sbarramento particolarmente efficace per impedire ad adolescenti “nativi digitali” la divulgazione di foto o informazioni personali.
Il sostanziale passo avanti rappresentato da questo accordo risiede più che altro nella maggior assunzione di responsabilità da parte dei social network nel non rendere pubblici i profili dei minorenni. L’esplicitazione di queste regole contribuisce inoltre alla diffusione di una maggior consapevolezza tra i giovani dei rischi e delle conseguenze che comporta la pubblicazione spensierata delle proprie informazioni personali.
Sull’accordo tra le aziende si è espressa con soddisfazione Viviane Reding, commissaria europea per la società dell’informazione e i media:
La socializzazione in rete ha un enorme potenziale di sviluppo in Europa e può contribuire a rafforzare la nostra economia e a rendere la nostra società più interattiva – purché vi siano gli strumenti idonei a garantire che bambini e adolescenti possano fidarsi ed essere sicuri quando si fanno nuovi “amici” e condividono dati personali online.
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