Come è noto, l’evolversi delle tecnologie propone costantemente nuovi aspetti socialmente controversi, in particolare per quel che riguarda la privacy.
Già da tempo la geolocalizzazione operata dai navigatori gps ha posto il problema della gestione dei dati sugli spostamenti nel territorio di quanti utilizzano i servizi di navigazione guidata. Un problema che finora era però circoscritto all’uso dei dati, e soprattutto all’eventuale cessione a terze parti, da parte delle società fornitrici del servizio.
Oggi i dati sulla localizzazione da remoto degli spostamenti fisici degli individui si sono moltiplicati grazie agli smartphone con sistema gps integrato. Sono così fioriti giochi online e social network che, come Foursquare, si basano sulla condivisione delle informazioni di geolocalizzazione degli utenti.
Tuttavia, anche gli utenti degli smartphone che non utilizzano questi passatempo potrebbero involontariamente condividere in rete informazioni sulla loro posizione sul territorio.
Un recente articolo apparso su Repubblica riporta con un certo allarme il problema della geolocalizzazione contenuta nelle foto scattate con i telefonini di ultima generazione. Pare infatti che ogni immagine pubblicata online con uno smartphone porti nel suo corredo di metadati, l’informazione aggiuntiva delle coordinate di longitudine e latitudine del luogo della foto.
In questo modo, qualunque utente della rete è in grado di risalire all’ora e al luogo in cui si trova chi ha postato l’immagine dal proprio telefonino. Una possibilità che naturalmente fa pensare subito all’uso criminoso che si può fare di questo genere di informazioni: dallo stalking al furto con scasso in una casa che si sa essere vuota.
Proprio per mettere in guardia da queste eventualità sono sorti alcuni siti dai nomi eloquenti, please rob me (per favore derubami) e I can stalk u (posso perseguitarti), che spiegano come disattivare la funzione automatica di geotagging delle foto fatte con gli smartphone.
Tuttavia è bene segnalare che la possibilità di essere localizzati attraverso la rete non si esaurisce con il corretto settaggio delle foto degli smartphone. Ogni indirizzo IP contiene infatti le informazioni necessarie per determinare il luogo da cui ci si sta connettendo, ed esistono già molti siti che offrono la localizzazione su una mappa di un numero di IP.
Nell’attesa di una regolamentazione specifica, pare che ad oggi l’unico modo per impedire di essere geolocalizzati da terze parti sia la navigazione anonima.
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