La responsabilità del fornitore di servizi torna in primo piano nella lettera aperta inviata da un gruppo di procuratori generali degli Stati Uniti a Craigslist, il sito di annunci più usato degli americani.
La questione riguarda la presenza sul sito di inserzioni che promuovono la prostituzione e addirittura il traffico di minori. Per impedirne la pubblicazione i procuratori generali chiedono che la sezione di annunci per adulti venga chiusa definitivamente, dato che precedenti tentativi di filtraggio da parte di Craigslist si sono rivelati insufficienti.
Sono infatti diversi anni che i procuratori di alcuni stati contestano al sito di annunci la diffussione dell’attività di prostituzione attraverso il suo servizio. In seguito ad alcune proteste, nel 2008 Craigslist ha stipulato un accordo con the National Center for Missing and Exploited Children nel quale si impegnava a migliorare le misure di controllo contro gli annunci illegali.
Nonostante le nuove misure Craigslist è stato però di nuovo contestato dai procuratori. Nel 2009 si è dotato quindi di una procedura più complessa per inserire annunci “per adulti”: ogni inserzione viene controllata personalmente da un legale e per la sua pubblicazione è necessario pagare 10$. Il pagamento serve a garantire l’identificazione dell’inserzionista e viene donato in beneficienza.
Jim Buckmaster, CEO di Craigslist, ha recentemente commentato il nuovo sistema sul suo blog: “Nell’anno che ha seguito l’implementazione del filtraggio manuale più di 700.000 annunci sono stati rifiutati dai nostri legali per piccoli scostamenti dalle nostre guidelines. Il nostro unico processo intensivo di controllo ha portato all’ esodo di massa di coloro che non volevano adeguarsi agli standard di Craigslist, rinforzati dal controllo manuale di inserzione su inserzione“.
Ciononostante, la protesta dei procuratori non si è fermata. Il potavoce del gruppo ha rilasciato una dichiarazione piuttosto chiara: “Solo Craigslist ha il potere di fermare questi annunci prima che siano pubblicati e tristemente non ha la minima intenzione di farlo“.
Secondo Buckmaster, invece, la policy interna del sito si è già spinta ben oltre gli obblighi imposti dalla legge nella lotta alla prostituzione.
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