La questione della responsabilità degli intermediari sui contenuti generati dagli utenti, solitamente indirizzata ai siti che offrono la condivisione di file, sembra oggi essere tornata in primo piano nel settore dei servizi di annunci on line.
Dopo la vicenda di Craigslist, conclusasi con la chiusura definitiva della pagina delle inserzioni vietate ai minori, un secondo sito di annunci è stato denunciato per aver contribuito al traffico sessuale di minorenni.
L’accusa giunge da un’adolescente vittima di induzione alla prostituzione che ha intrapreso un’azione legale contro l’azienda Village Voice Media per aver diffuso l’annuncio e le foto postate dal suo sfruttatore attraverso il sito backpage.com.
L’uomo, che utilizzava il servizio di inserzioni per le prestazioni sessuali della ragazza, è già stato condannato all’inizio del mese per aver fotografato una minorenne in posizioni pornografiche, per avere pubblicato le immagini, per aver pagato il sito per la pubblicazione, per avere esposto la giovane al mercato della prostituzione e per avere raccolto soldi dalle sue prestazioni sessuali.
Ora, la ragazza e i suoi legali ravvisano anche un illecito nella condotta di Village Voice. Secondo l’accusa l’intermediario, pur essendo consapevole che le foto ritraevano una minorenne, avrebbe rinunciato a investigare per paura di ciò che avrebbe scoperto. In particolare, i legali della ragazza accusano il sito di non aver voluto accertarsi della legalità dell’annuncio per non subire un danno economico.
Nel testo della querela gli avvocati della giovane hanno giocato d’anticipo, dichiarando che la condotta di Village Voice non può essere protetta dalla Section 230 del Communications Decency Act, una legge statunitense che è stata più volte utilizzata nella difesa di servizi web considerati responsabili del contenuto sessualmente esplicito postato dagli utenti.
La norma, che prevede che i”servizi informatici interattivi” non possano essere giudicati alla stregua di editori, si era già rivelata salvifica per Craigslist lo scorso anno nella causa intentata dal Dipartimento dello Sceriffo della Contea di Cook, che accusava il sito di annunci di promuovere e trarre profitto da atti sessuali illegali.
L’accusa contro Village Voice segue di pochi giorni la dichiarazione della legale di Craigslist che, commentando la chiusura della sezione per adulti del servizio, ha lasciato intendere che non sarebbe stato facile trovare collaborazione nella lotta al traffico minorile da parte degli altri siti di annunci.
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