Ha già suscitato diverse polemiche il disegno di legge sulla tutela della proprietà intellettuale dell’opera editoriale presentato dal Sen.Butti (PdL) e assegnato alle Commissioni d’esame venerdì 7 Ottobre.
Il ddl, composto da un solo comma da inserire nell’art.65 della legge 22 aprile 1941, n. 633, ha come scopo primario la protezione del diritto d’autore sugli articoli delle testate giornalistiche online. In particolare, la proposta legislativa è orientata a tutelare gli interessi degli editori nei confronti dei motori di ricerca e dei siti di aggregazione di notizie, come si legge nella relazione che accompagna il documento: “Le nuove tecnologie informatiche e di comunicazione, il diverso ruolo in cui si atteggiano le piattaforme che mediano tali contenuti informativi, le peculiarità di alcuni sistemi di distribuzione e di categorizzazione delle notizie (tra cui, in primis, i motori di ricerca) rendono, infatti, necessario ed improrogabile un intervento del legislatore”.
L’intervento risolutivo, secondo i senatori che hanno firmato il provvedimento, si espliciterebbe nel divieto di utilizzo o riproduzione di un articolo di attualità senza la previa autorizzazione, ottenuta tramite un accordo economico con l’editore.
La normativa vigente in materia di protezione del diritto d’autore prevede che “Gli articoli di attualità pubblicati nelle riviste o nei giornali, oppure radiodiffusi o messi a disposizione del pubblico, e gli altri materiali dello stesso carattere possono essere liberamente riprodotti o comunicati al pubblico in altre riviste o giornali, anche radiotelevisivi, se la riproduzione o l’utilizzazione non è stata espressamente riservata, purchè si indichino la fonte da cui sono tratti, la data e il nome dell’autore, se riportato“.
Oggi la maggioranza degli articoli giornalistici delle testate online riportano già in calce il simbolo del copyright con l’indicazione “riproduzione riservata”. Pertanto l’utilizzo non autorizzato di tali materiali costituisce già un illecito.
Nella relazione dei senatori, viene dichiarato tuttavia che il disegno di legge ha lo scopo di evitare che soggetti economici come i motori di ricerca, autodefinendosi come “riviste e giornali, anche radiotelevisivi“, possano ritenersi autorizzati ex lege a trarre profitto da prodotti dell’altrui ingegno.
La maggioranza delle critiche si concentrano sulla mancata considerazione, nel testo del provvedimento, dei diritti di cronaca, di critica, di ricerca e di educazione a vantaggio dei soli diritti patrimoniali degli editori.
Viene inotre fatto notare che i moderni servizi, svolti dai motori di ricerca, di indicizzazione di articoli e aggregazione di notizie spesso si limitano a pubblicare il link ad una testata giornalistica telematica. In questo senso il concetto di “utilizzazione e riproduzione” citato nel ddl, (e nell’art.65) può dare adito ad alcune incertezze.
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