Mentre in alcuni Paesi del mondo, come la Finlandia e l’Estonia, l’accesso ad Internet è ritenuto un diritto fondamentale, l’attuazione di questo diritto in Italia è fortemente limitata.
In molti Paesi del mondo ci si stupisce increduli quando si apprende che il collegamento ad Internet in Italia deve essere effettuato sulla base di una identificazione personale di chi si collega. Alberghi, congressi, università, biblioteche non possono consentire agli utenti collegamenti che non prevedano una identificazione documentata. Non è così nella maggior parte degli altri Paesi.
La ratio alla base della legislazione di emergenza è chiara: identificare gli utenti. E già questo è discutibile.
Ma oltre a ciò, le norme dettate per attuare questo principio sono di difficile applicazione pratica e per nulla chiare. Solo per fare uno dei tanti possibili esempi, non è chiaro se si applichino o meno alle associazioni culturali. Neppure le sanzioni sono chiare.
È auspicabile, quindi, che vengano abrogate le controverse e mal scritte disposizioni note come “decreto Pisanu“e che a fine anno non si proceda ad alcuna proroga.
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