Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato all’unanimità un pacchetto di iniziative concernenti l’esercizio delle competenze in materia di tutela del diritto d’autore, che passa ora alla consultazione pubblica.
La nuova bozza, recentemente pubblicata da il Sole 24Ore, concentra i provvedimenti per la protezione del copyright contro i siti che diffondono illegalmente i file musicali e audiovisivi protetti da diritto d’autore, anche attraverso la sola indicizzazione di link ad altri siti.
L’attività di contrasto alla pirateria si sposta quindi dal monitoraggio dell’attività degli utenti al controllo sui siti che contribuiscono a diffondere file illegali, in particolare in attività quali “la ritrasmissione su internet di contenuti audiovisivi premium in tecnologia live streaming senza detenerne i diritti; la messa a disposizione su internet – non autorizzata – di opere cinematografiche in tecnologia streaming; l’indicizzazione di file audiovisivi, sonori e di testo protetti da copyright intesa ad agevolarne la diffusione gratuita tra gli utenti di internet senza il consenso dei titolari di diritti”.
Nel nuovo regolamento la procedura che impone ai siti di rimuovere i contenuti pirata è più complessa.
Se un sito non adempie entro 48 ore alla richiesta di rimozione di un contenuto segnalato come in violazione del diritto d’autore, il titolare del diritto può rivolgersi all’Autorità, che procede all’apertura di un contraddittorio con le parti. Dopo i primi accertamenti, l’Autorità può adottare un provvedimento in cui ordina al sito di rimuovere il materiale. Da quel momento la rimozione deve essere attuata entro cinque giorni, passati i quali il proprietario del sito potrà incorrere in sanzioni pecuniarie anche di notevole entità.
Secondo l’Autorità, la procedura della rimozione selettiva sè particolarmente appropriata nei casi in cui non tutti i contenuti del sito web violino il diritto d’autore e siano collocati sul territorio italiano.
Nel caso di siti che abbiano il solo fine di diffusione di contenuti illeciti o i cui server siano localizzati fuori dai confini nazionali, l’Autorità ipotizza due ipotesi alternative per le quali chiede il parere degli operatori: la predisposizione di una lista di siti illegali da mettere a disposizione degli internet service provider o, in casi estremi e previo contraddittorio, l’inibizione del nome di dominio del sito web.
Nei giorni scorsi nell’attesa della valutazione del consiglio dell’Agcom, sono apparse in rete diverse opinioni di esperti, anche di vedute opposte, che hanno espresso una certa perplessità riguardo al nuovo testo. Tra questi segnaliamo, sul blog di Vittorio Zambardino, il dibattito fra Nicola D’angelo, consigliere Agcom, e Enzo Mazza, presidente della Fimi (Federazione Industria Musicale Italiana).
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