Gli indirizzi IP non identificano persone fisiche, ma solo connessioni ad Internet e per questo motivo un indirizzo IP non può essere ritenuto sufficiente per l’imputazione della responsabilità. È stata questa la considerazione finale espressa dal giudice di un processo per infrazione del copyright che si è svolto recentemente nel Regno Unito.
La stessa connessione ad Internet può essere usata da più persone, specialmente da quando i router wireless permettono a computer diversi di connettersi senza fili. Pertanto, secondo il giudice anglosassone, l’intestatario della connessione ad Internet non può essere ritenuto responsabile delle infrazioni avvenute tramite il suo router.
Si è concluso così il processo tra la società di produzione audiovisiva MEDIA CAT e 27 utenti accusati di avere infranto il copyright attraverso la condivisione tramite software P2P di video pornografici. Gli utenti erano stati identificati attraverso gli indirizzi IP associati ai file torrent e l’avvocato dell’accusa chiedeva un risarcimento di 550 sterline per ogni singola infrazione.
Questa sentenza inglese, riportata da molti giornali, solleva l’importante questione della legittimità dell’avvio di un’azione legale verso un utente sulla base dell’associazione tra il suo indirizzo IP e una violazione di diritti d’autore.
Secondo gli avvocati dell’accusa, anche nel caso in cui l’intestatario della connessione non sia coinvolto direttamente nell’infrazione, è lecito presumere che abbia autorizzato qualcun altro ad utilizzare la sua rete, ed è pertanto da ritenersi responsabile per questa autorizzazione. Il giudice ha tuttavia espresso scetticismo, domandandosi su quali basi un’autorizzazione all’uso di una connessione alla rete possa equivalere all’autorizzazione a compiere un’infrazione.
La perplessità del giudice si è poi estesa al concetto generale di responsabilità sulla sicurezza di una connessione ad Internet. Se un utente non assicura il giusto grado di sicurezza ad una rete dovrebbe essere ritenuto responsabile se altri utilizzano la rete a sua insaputa per compiere dei reati? In tal caso sarebbe necessario stabilire quali gradi di sicurezza siano da ritenersi sufficienti per escludere la responsabilità dell’utente, una distinzione che ad oggi non è ancora stata fatta.
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