Diversi ordini professionali hanno recentemente intrapreso una protesta formale contro Groupon, il sito di offerte che sta guadagnando sempre più popolarità in Italia e all’estero.
I primi reclami sono giunti dall’Ordine dei medici della provincia di Bologna quando in novembre il presidente Dott. Giancarlo Pizza ha richiamato tutti iscritti all’ordine ad abbandonare il portale. L’offerta a prezzi stracciati di servizi medici costituirebbe infatti una violazione del Codice deontologico della categoria. E i medici “recidivi” rischiano l’avvio di un procedimento disciplinare.
Alla protesta dei medici si è presto aggiunta quella di altre categorie professionali. In questi giorni l’Ordine degli avvocati sta valutando alcune offerte comparse su Groupon da parte di società di consulenza per individuare se tra i proponenti ci siano professionisti iscritti all’Ordine. Andrea Mascherin, segretario del Consiglio Nazionale forense ha espresso il suo allarme in un’intervista a Il Fatto Quotidiano: “È rischioso dal punto di vista culturale fare passare il concetto che diritti fondamentali, come quelli alla salute e alla difesa, possano essere trattati allo stesso modo di pentole e materassi”.
Al coro si sono già aggiunti l’Ordine degli Architetti e l’Ordine degli Ingegneri che hanno sottolineato come la corsa all’abbassamento dei prezzi possa corrispondere ad un abbassamento generale della qualità del lavoro dei professionisti.
In risposta a questei dichiarazioni, il legale di Groupon ha sostenuto che l’attuale ordinamento giuridico permette anche ai medici di proporre offerte promozionali, e ha dichiarato alla stampa che “Le norme del Codice deontologico sono di rango inferiore rispetto a quelle nazionali”.
Per questo motivo Groupon, che non nasconde di aver individuato nei coupon sanitari la principale attrattiva per gli utenti, avrebbe deciso di presentare una segnalazione all’Antitrust contro tutti gli Ordini dei medici provinciali che impediscono ai loro iscritti di proporre offerte commerciali sul sito.
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