L’interesse internazionale è puntato sul movimento di protesta sul web nei confronti dello Stop Online Piracy Act (SOPA), la proposta di legge americana che amplia i poteri delle forze dell’ordine e dei proprietari di diritti intelletttuali nella lotta al traffico illegale di materiale protetto da copyright.
Se il SOPA dovesse diventare legge, il Dipartimento di Giustizia americano o i detentori di diritti avrebbero facoltà di chiedere ad un giudice di ordinare il blocco immediato da parte degli Internet service provider dei siti ritenuti in violazione di copyright, il blocco dei servizi di pagamento e dei servizi pubblicitari connessi a tali siti e il blocco della loro indicizzazione da parte dei motori di ricerca.
I siti raggiunti dall’ordinanza del giudice avrebbero cinque giorni di tempo per presentare ricorso, una procedura che non ostacolerebbe comunque il blocco dei finanziamenti e dei contenuti del sito, che avverrebbe quindi in forma preventiva. I detentori di diritti sarebbero comunque ritenuti responsabili qualora si dimostrasse la loro malafede nella procedura di richiesta di blocco nei confronti di un sito che agisce nella legalità.
La proposta di legge prevede inoltre che lo streaming illegale di opere protette da copyright diventi un reato penale, punibile con una pena massima di cinque anni di reclusione. Garantirebbe invece l’immunità agli Internet Service Provider che si impegnassero di propria iniziativa a bloccare i siti sospettati di infrazione del copyright.
Il SOPA è attualmente al vaglio della Commissione Giudiziaria della Camera. La Commissione Giudiziaria del Senato sta invece valutando il Protect IP Act (PIPA), una proposta di legge dai contenuti del tutto simili a quelli del SOPA.
Le proteste contro il SOPA e il PIPA sono giunte da giuristi, accademici, dalle aziende di Silicon Valley e dai gruppi impegnati nella difesa dei diritti civili dei cittadini della rete. Alle proposte di legge viene infatti contestata la minaccia al libero scambio di informazioni su Internet. La possibilità di far oscurare qualunque sito a discrezione del Dipartimento di Giustizia o delle compagnie dell’Entertainment viene definita come un attacco alla libertà di espressione.
Le critiche al SOPA riguardano anche un certo grado di ambiguità che pare essere contenuto nella proposta normativa. Non è infatti chiaro se i portali che ospitano contenuti generati dagli utenti siano considerati responsabili per il materiale eventualmente illecito che potrebbe venire segnalato e possano venire di conseguenza oscurati.
Com’è stato ampiamente riportato, anche la Casa Bianca si è pronunciata contro le due proposte di legge. Nonostante sia del tutto favorevole alla lotta contro la piaga della pirateria l’amministrazione Obama non può sostenere un tentativo di legislazione che riduce la libertà di espressione, aumenta i rischi di attacchi alla cybersecurity e mina le dinamiche innovative della rete globale, ha sostenuto un portavoce.
Il movimento contro SOPA ha recentemente preso una forma attiva quando Sue Gardner, Direttrice Esecutiva di Wikimedia Foundation, ha annunciato che il 18 gennaio 2012 Wikipedia in lingua inglese verrà oscurata per 24 ore in segno di protesta. La decisione ricalca l’azione già intrapresa da Wikipedia Italia in occasione del vaglio del cosiddetto DDL Intercettazioni, che sanciva l’obbligo di rettifica per i siti web. L’oscuramento dell’intera Enciclopedia in lingua inglese avrà senz’altro un impatto maggiore ed è considerata un’azione senza precedenti.
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