Nuove attribuzioni di responsabilità dei social network sui contenuti postati dagli utenti. Questa volta la polemica giunge da Cuba a seguito della diffusione su Twitter di una notizia falsa che riportava la morte del lider maximo Fidel Castro.
Il portale web filogovernativo Cubadebate ha pubblicato un articolo di protesta contro Twitter accusando il social network di avere facilitato la diffusione della “bufala” posizionando l’hashtag “#FidelCastro” al primo post nella lista degli argomenti più “twittati” del momento.
L’articolo riporta anche che il messaggio sulla morte del lider è stato originariamente postato sull’account di un utente chiamato “@naroh” che, attraverso la creazione di una moltitudine di account secondari, ha inondato la sfera di twitter con migliaia di messaggi che simultaneamente riportavano la falsa notizia.
L’account apparterrebbe a un utente spagnolo, David Fernandez, che però ha dichiarato di essere stato vittima di un attacco tramite botnet al suo profilo di Twitter. Tale ipotesi è sostenuta anche dal magazine cubano, che infatti sottolinea come, curiosamente, i messaggi diffusi attraverso l’account @naroh sarebbero stati postati tramite un server italiano.
Secondo Cubadebate, l’attacco botnet è stato inscenato da “controrivoluzionari necrofili” e la notizia della morte di Fidel sarebbe stata amplificata volontariamente da Twitter attraverso la manipolazione della classifica degli hashtag più popolari.
A sostegno di questa tesi, l’articolo riporta un precdente. Sembra infatti che, in occasione di un convegno sui social network recentemente tenutosi a L’Avana, una gran quantità di utenti di Twitter abbiano postato messaggi di sostegno a Cuba contraddistinti dal tag “#derechosdecuba”. Tuttavia, sebbene alcune statistiche web indicassero il topic come uno dei più attivi, Twitter non ha mai riportato tale hashtag nelle sue liste degli argomenti più “twittati”.
Un portavoce di Twitter, Jodi Olson, ha dichiarato che la compagnia non ha intenzione di commentare le critiche provenienti dal Governo cubano, ma ha aggiunto che, com’è noto, il social network non interviene sui contenuti.
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