Un’indagine di Scotland Yard ha portato in evidenza il fenomeno degli annunci di Google AdWords che rimandano a siti illegali, attraverso i quali vengono veicolati reati penali.
Il caso è scoppiato in seguito alla segnalazione di una ragazza inglese che aveva cercato di comprare dei biglietti per le Olimpiadi 2012 attraverso il sito LiveOlympicTickets.com che compariva al primo posto dei siti sponsorizzati da Google sulla pagina dei risultati della query “Olympic tickets”.
Dopo aver completato l’acquisto di 2 biglietti per un totale di 750 sterline, la ragazza si era insospettita in seguito alla richiesta da parte della società di inoltrare un fax con la propria firma per completare la trattativa. Ha quindi contattato la polizia per una verifica, e ha scoperto che la società LiveOlympicTickets non era riconosciuta come rivenditore ufficiale dei biglietti per le Olimpiadi di Londra del 2012. Purtroppo, tuttavia, la sua banca aveva già inoltrato il pagamento e la giovane non è riuscita a recuperare il suo denaro.
La rivendita non autorizzata di biglietti per i Giochi Olimpici del 2012 è un reato penale secondo la legge del Regno Unito. In seguito alla segnalazione della ragazza, la polizia di Londra ha contattato Google chiedendo la rimozione dell’annuncio pubblicitario dai suoi risultati, non potendo intervenire direttamente sulla società truffaldina, avendo essa sede oltreoceano.
La compagnia di Mountain View ha impiegato oltre una settimana per adempiere all’ordine ricevuto, e ha rimosso l’inserzione solo dopo l’interessamento della redazione di 5 Live Investigates, un programma della BBC a cui si era precedentemente rivolta la ragazza truffata.
La copertura mediatica del caso ha portato nuovamente Google al centro del dibattito sulla responsabilità sui contenuti veicolati dai suoi servizi. Un’ulteriore indagine della BBC ha infatti scoperto annunci di AdWords legati anche ad altri tipi di attività illecite quali la diffusione di cannabis e la vendita di documenti d’identità e passaporti falsi.
Contattato dalla redazione di 5 Live Investigates, il colosso del web ha fornito una spiegazione che suona familiare a quanti negli anni hanno seguito i diversi tentativi di attribuzione di responsabilità dei fornitori di servizi sui contenuti generati dagli utenti: l’associazione tra parole chiave e annunci di AdWords funziona in modo automatico ed è correlata da un sistema di filtraggio – anch’esso automatico – che segnala le parole che potrebbero essere collegate a siti illegali ad una redazione “umana”, pronta a verificare gli annunci. Inoltre Google è pronto a rimuovere ogni contenuto che sia legittimamente segnalato come in violazione della sua policy.
I media anglosassoni, tuttavia, non sembrano disposti a accettare la versione di Mountain View, e puntano il dito contro i lauti profitti che gli annunci illegali di AdWords hanno fornito alla compagnia negli anni. In particolare, gli annunci più redditizi risultano essere quelli che, come LiveOlympicTickets.com, compaiono al primo posto nelle pagine dei risultati, una posizione che può costare agli inserzionisti fin oltre 28 sterline a “click”. Secondo alcuni commentatori, questo spiegherebbe la lunga pratica burocratica richiesta per ottenere la rimozione dell’annuncio di un sito.
D’altra parte, la BBC ricorda come già in passato il mancato controllo sugli inserzionisti abbia causato un discreto danno economico a “Big G”. Lo scorso agosto Google ha patteggiato per un risarcimento forfettario di 500 milioni di dollari per aver pubblicato la pubblicità di alcune farmacie online canadesi che vendevano ai cittadini americani alcuni farmaci illegali negli Stati Uniti.
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