Le notizie presenti negli archivi storici online dei giornali sono da ritenersi parziali perchè non riportano gli ulteriori sviluppi dei fatti, e pertanto vanno aggiornate. La Corte di Cassazione impone così l’obbligo per gli editori di aggiornare gli archivi online delle notizie pubblicate.
Con sentenza n.5525 della terza sezione civile, la Cassazione ha stabilito che le testate online dovranno dotare i loro archivi di “un sistema idoneo a segnalare (nel corpo o nel margine) la sussistenza di un seguito o di uno sviluppo della notizia e quale esso sia stato […] consentendone il rapido e agevole accesso da parte degli utenti ai fini del relativo e adeguato approfondimento”.
Il caso, giunto davanti alla Corte, riguarda la notizia del coinvolgimento giudiziario di un rappresentante politico lombardo. L’uomo era stato arrestato nel 1993 con accuse di corruzione, ma in seguito era stato prosciolto. La notizia del suo arresto, tuttavia, compare ancora oggi tra i risultati dei motori di ricerca per via dell’articolo presente sull’archivio storico del Corriere della Sera.
Rivolgendosi prima al Garante privacy e poi al Tribunale di Milano, l’uomo aveva chiesto la rimozione dei dati giudiziari che lo riguardavano, lamentando l’assenza di un aggiornamento – all’interno della notizia archiviata – che riportasse l’esito favorevole della vicenda. In alternativa chiedeva l’inserimento di un aggiornamento correlato alla notizia o lo spostamento dell’articolo in un’area del sito non indicizzata dai motori di ricerca. Le richieste, tuttavia, non sono state accettate né dal Garante né dal Tribunale.
Chiamata in causa, la Corte di Cassazione ha invece accolto le motivazioni del ricorrente.
Pur stabilendo che non esiste un profilo di diffamazione dal momento che i fatti descritti dall’articolo erano veri all’epoca della sua pubblicazione, la Corte ha riconosciuto la parzialità dell’informazione alla luce degli avvenimenti seguenti.
Nel tentativo di bilanciare l’interesse collettivo, garantito dal diritto di cronaca, con l’interesse individuale, tutelato dal diritto alla riservatezza e dal diritto all’oblio, la Corte ha quindi stabilito che gli articoli archiviati debbano essere correlati dai relativi aggiornamenti.
La decisione è volta in questo modo a tutelare non solo il diritto all’identità personale e morale della persona coinvolta nei fatti, ma anche il diritto del cittadino utente a ricevere una corretta e completa informazione. La sentenza della Cassazione attribuisce dunque un nuovo valore del diritto all’oblio all’interno dei principi stessi del diritto di cronaca.
Nessuna attribuzione di responsabilità è invece stata attribuita dalla Corte di Cassazione ai motori di ricerca, ancora una volta definiti come “meri intermediari”.
[…] decisione del Garante si pone in linea con la nota sentenza della Corte di Cassazione n. 5525 del 5 aprile 2012 che ha stabilito l’obbligo per gli editori di aggiornare gli archivi online delle notizie […]
[…] Esisteva già, e anzi era meglio formulato. Vedere ad esempio la decisione della Corte di cassazione del 5 aprile 2012. […]