La decisione Cass. 5525 del 5 aprile 2012 rappresenta un vero leading case in cui si afferma il diritto alla contestualizzazione dell’informazione e alla verità attuale.
Non è, come superficialmente commentato, una sentenza sul diritto all’oblio. Anzi. È, invece, una decisione in cui si afferma il diritto all’attualizzazione della notizia.
La verità è tale solo se attuale. Se è la verità di 20 anni prima, è una verità parziale, e quindi non è verità.
I fatti: un politico è imputato per corruzione nel 1993. La notizia è correttamente riportata nei giornali dell’epoca. Successivamente il politico viene assolto. A distanza di molti anni digitando il nome del politico nei motori di ricerca si trova la notizia dell’imputazione, ma non anche quella dell’assoluzione.
Certo, la prima notizia è vera. Ma oggi rappresenta una verità parziale, una rappresentazione falsa della realtà, che lede profondamente il diritto all’identità personale.
Si impone, dunque, di contestualizzare la notizia.
Il tema è ampiamente illustrato, nelle sue linee generali, nell’articolo che riporto QUI e che è ripreso nella decisione.
[…] 2. Che si debbano cancellare o modificare gli archivi dei giornali. Falso. Questo non è nella sentenza e tanto meno nella nostra giurisprudenza. Abbiamo già discusso questo tema. […]