Si è svolto questa mattina a Bologna il convegno “Dematerializzazione del rapporto medico-paziente: il fascicolo sanitario elettronico e tutela della privacy”, organizzato da CUP 2000 in collaborazione con SP.I.S.A. – Scuola di Specializzazione in Studi sull’Amministrazione Pubblica.
L’evento ha registrato una grande partecipazione di pubblico, grazie anche al fatto che proprio a Bologna sta per partire una diffusione ufficiale del fascicolo sanitario elettronico rivolta a tutti i cittadini.
Come sottolineato del direttore del master in diritto sanitario, Prof. Luciano Vandelli, che ha dato l’avvio al convegno, in Italia comunque si nota un generale accresciuto interesse per la privacy da parte dei cittadini, che coincide con la fase di avvio dell’Agenda Digitale per l’Italia.
Tra i relatori erano presenti esponenti delle aree che ruotano intorno ai diversi aspetti della sanità elettronica: quello istituzionale, quello giuridico, quello scientifico e e quello tecnologico. L’obiettivo dell’incontro, indicato dal Dott. Fosco Foglietta, presidente di CUP 2000, era esaminare l’ambito dai diversi punti di vista per meglio comprendere i molti aspetti coinvolti nella regolazione della materia, che è ancora in fase di assestamento. In quest’ottica si vorrebbe trarre lo spunto per organizzare un osservatorio regionale sul lavoro delle ASL in ambito di dematerializzazione dei dati clinici per monitorare il lavoro svolto nelle varie regioni italiane. L’obiettivo è quello di confrontare ciò che è stato fatto, scegliendo le pratiche giudicate migliori, per produrre una sintesi che detti un coordinamento.
L’aspetto organizzativo è tuttavia solo una delle problematiche sollevate dal fascicolo sanitario elettronico. Il diritto è naturalmente chiamato in causa dalla dematerializzazione del rapporto medico paziente, e non solo per quanto riguarda la privacy. Nel suo intervento, la Prof. Avv. Giusella Finocchiaro ha ricordato che il diritto in Italia, lungi da essere un ostacolo per i processi di dematerializzazione, ha anzi spesso contribuito ad accelerarli, come dimostrano gli interventi del legislatore sulla conservazione dei dati, sul documento digitale e sulla firma elettronica avanzata. Il versante della privacy rimane comunque uno degli aspetti più delicati del processo. Dal punto di vista giuridico, infatti, gli individui sono rappresentati nel FSE attraverso le informazioni presenti su di loro. Ma l’identità di una persona è simile ad un prisma attraverso le cui sfaccettature si possono intravedere i diritti della personalità: il diritto alla privacy, il diritto di rettifica, il diritto all’immagine sociale, il diritto all’oblio ecc. Tra questi è stato recentemente evidenziato dalla sentenza n.5525 della Cassazione anche il diritto alla contestualizzazione dell’informazione. Il tempo passato dalla pubblicazione di determinate informazioni, infatti, può rendere tali informazioni parzialmente vere, perché non aggiornate. Anche il FSE deve tenere conto di questo aspetto della qualità dei dati per cui chiede il consenso al trattamento.
Il fascicolo sanitario elettronico richiede, più specificatamente, l’espressione di diversi consensi. Il Prof. Mauro Moruzzi, direttore generale di CUP 2000 SpA, ha tratteggiato nel suo intervento la complessità del sistema di rete dell’alta comunicazione nella sanità. Un sistema che coinvolge fin dalla sua nascita le singole aziende sanitarie locali con il sistema sanitario nazionale, e che ha poi collegato le ASL con i vari professionisti medici, e ora, grazie agli ultimi sviluppi della tecnologia, anche con i singoli cittadini attraverso una pagina dedicata ad ogni paziente. Proprio su questa pagina il paziente è chiamato a esprimere diversi consensi su i vari circuiti di circolazione dei suoi dati, su cui deve poter avere un controllo totale.
[LINK: seconda parte del convegno, terza parte del convegno]
Aggiungi commento