Dalla Francia giunge notizia di una proposta fiscale che prevede una tassazione sulla raccolta dei dati personali.
L’idea di istituire una tassa sull’attività di raccolta e conservazione di dati personali, nasce da un rapporto ufficiale sulla fiscalità nel settore informatico, presentato al Ministero del Risanamento Produttivo francese.
La proposta di tassare la raccolta dei dati era stata avanzata allo scopo di garantire un maggior controllo sui titolari del trattamento dei dati e per promuovere una maggiore consapevolezza sull’attività di raccolta. Ma non solo, l’idea muove anche dalla constatazione che è sempre più difficile per i governi europei intervenire fiscalmente sui grandi guadagni dei colossi che operano su Internet negli Stati Membri.
Come le recenti indagini su Google Italy hanno dimostrato, le grandi compagnie della rete che operano in Europa riescono ad eludere il fisco di paesi come l’Italia, la Francia, la Germania grazie ad un sistema di rapporti intersocietari che reindirizza i loro guadagni su compagnie che operano in piccoli stati della UE, come Irlanda e Lussemburgo, dove la tassazione sulle corporation è più bassa.
In diversi paesi membri sono in corso trattative volte a cambiare la legislazione fiscale in modo da impedire simili elusioni. L’obiettivo è quello di garantire che venga applicato il sistema di tassazione del paese dove avvengono gli scambi economici, e non del paese dove tali scambi economici vengono registrati, come invece è permesso ora. Tuttavia, la possibilità di riuscire ad introdurre questa nuova regola sembra remota, almeno in tempi brevi.
In questo contesto, la proposta francese di tassare la raccolta dei dati personali, una delle attività cardine di tutti i colossi che operano sul web, potrebbe essere risolutiva. Garantirebbe infatti al governo francese di rifarsi sulle società americane della net economy grazie ad una sicura entrata fiscale che non richiederebbe negoziazioni in sedi internazionali.
Al momento le prossibilità che l’idea contenuta nel rapporto si trasformi concretamente in una proposta di legge sono incerte. Il Ministero delle Finanze non si è ancora pronunciato al riguardo. L’Autorità Garante per la Protezione dei dati personali francesi si è invece espressa favorevolmente sulla proposta.
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