Gli Internet Service Provider permettono agli utenti l’accesso a materiale coperto da copyright e pertanto devono pagare una licenza. Con questa motivazione la collecting society belga SABAM ha citato in giudizio i tre principali Internet Service Provider del Belgio, reclamando un risarcimento per aver permesso ai loro utenti di accedere a contenuti protetti da diritto d’autore.
L’Associazione Belga degli Autori, compositori ed editori – equivalente belga della SIAE italiana – ha chiesto alla Corte di ordinare agli ISP Belgacom, Telenet e Voo di destinare alla Sabam il 3,4% dei loro profitti, come “equo compenso” per il “supporto” che le connessioni veloci ad Internet forniscono alla pirateria.
Annunciando l’azione legale in un comunicato stampa, la SABAM ha sostenuto che gli ISP durante gli anni hanno guadagnato dalla crescente fruizione di media online offrendo l’accesso ad Internet illimitato e con un alta velocità di download e persino reclamizzandolo nelle loro campagne. Secondo la collecting society il guadagno degli ISP deriva in parte dall’illecita fruizione massiva di opere coperte da diritto d’autore e per questo gli ISP dovrebbero iniziare a pagare le licenze. Sabam ha presentato una richiesta di risarcimento agli ISP per un periodo che parte dal novembre 2011 .
L’Acssociazione degli ISP belgi (ISPA), in risposta alla richiesta della Sabam, ha dichiarato in un comunicato stampa che i fornitori di connettività non operano una scelta sul tipo di informazione che veicolano attraverso le loro connessioni e pertanto non possono essere ritenuti responsabili per i contenuti richiesti dagli utenti. L’associazione ha inoltre sottolineato che il pagamento delle licenze proposto da Sabam equivarrebbe ad una tassa imposta a tutti gli utenti della rete, compresi quelli che non utilizzano Internet per scaricare illecitamente materiale coperto da copyright.
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