La Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che i geni che sono parte del naturale corredo genetico degli esseri umani non sono brevettabili. Si conclude così la battaglia legale tra la comunità scientifica accademica e la Myriad’s Genetics sui brevetti dei geni BRCA1 e BRCA2, individuati come correlati al tumore al seno.
Il caso risale al 201o, quando l’American Civil Liberties Union (ACLU) ha chiesto alla Corte federale di New York di revocare alla Myriad Genetics il brevetto su BRCA1 e BRCA2, due geni utili a diagnosticare la predisposizione genetica al tumore al seno e al tumore alle ovaie.
Il deposito dei brevetti sui geni permetteva infatti alla azienda di biotecnologie di reclamare l’esclusiva sulla possibilità di isolare i geni BRCA1 e BRCA2 nelle pazienti, garantendo di fatto il monopolio sulla diagnosi precoce del rischio di tumore.
Davanti alla Corte l’accusa ha sostenuto che i geni umani non fossero brevettabili in quanto “prodotti di natura” e che il copyright sui geni avrebbe ostacolato le future ricerche sul campo e le possibilità di cure dei pazienti. Il giudice federale ha accolto le ragioni dell’ACLU stabilendo l’illiceità della registrazione di brevetti sui geni umani.
Tuttavia, il ricorso intrapreso l’anno dopo dalla Myriad Genetics alla Corte d’Appello del District of Columbia ha rovesciato la precedente sentenza. Il giudice distrettuale ha dato ragione alla società biotech affermando il diritto a registrare i geni in base dell’assunto che la possibilità di brevettare le scoperte sarebbe il vero motore della ricerca e dell’innovazione.
La recente decisione della Corte Suprema rigetta nuovamente questa tesi ribadendo che i geni umani sono prodotti di natura e pertanto non sono brevettabili. Tuttavia la Corte ha altresì stabilito che le sequenze di DNA complementare (o cDNA), il DNA a doppia elica sintetizzato in laboratorio a partire da un campione di RNA possono invece essere soggette a registrazione, e pertanto alcune versioni di cDNA dei geni BRCA sarebbero ancora di proprietà della casa farmaceutica.
Secondo il giudice, la scoperta della Myriad’s genetics, per quanto rivoluzionaria e brillante, non è equiparabile ad un’invenzione tecnologica e pertanto non si può brevettare.
La sentenza è stata accolta con soddisfazione dai gruppi di scienziati e attivisti per i diritti umani che sostenevano che il brevetti della Myriad rappresentassero uno stop alla ricerca e un ostacolo per l’accessibilità alle diagnosi precoci basate su rilevazioni genetiche. Mentre, infatti, l’isolamento di un gene è essenziale per condurre uno screening, la sequnza di cDNA non è indispensabile per le attività di prevenzione.
Aggiungi commento