La recente pubblicazione in Gazzetta delle Regole tecniche in materia di firme elettroniche avanzate, qualificate e digitali, offre l’occasione per presentare un approfondimento di Giusella Finocchiaro sul tema della firma grafometrica, la nuova tecnologia di firma che consiste in una sottoscrizione autografa su tablet effettuata attraverso una speciale penna digitale.
Secondo il Codice dell’Amministrazione Digitale attualmente in vigore, la firma grafometrica possiede alcune caratteristiche tecniche secondo le quali può essere considerata sia come una firma elettronica sia come una firma elettronica avanzata.
Tuttavia, a differenza delle altre firme informatiche, la firma grafometrica si effettua attraverso lo stesso movimento della mano impiegato nella sottoscrizione autografa tradizionale. La sola differenza risiede nel fatto che il gesto viene effettuato su un tablet invece che su materiale cartaceo. Se la firma grafometrica non è oggi considerata come una sottoscrizione autografa a tutti gli effetti ciò può essere dovuto solo ad una resistenza culturale e non a un effettivo ostacolo nella coerenza giuridica.
Questa considerazione muove Giusella Finocchiaro lungo un percorso logico che, partendo dall’analisi della tecnica della metafora utilizzata dal legislatore per richiamare in materia di firme informatiche l’esperienza giuridica della sottoscrizione autografa, arriva a dimostrare che nel caso della firma grafometrica tale metafora non solo risulta irrilevante, ma è foriera di interpretazioni erronee e deve essere evitata.
L’articolo, pubblicato sul fascicolo n.1 del 2013 della rivista “Il Diritto dell’Informazione e dell’informatica” è disponibile per il download cliccando QUI.
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