Pubblicato il regolamento per il crowdfunding in Italia, istituito un albo per i portali online.
Il successo dell’attività di crowdfunding, in cui nuove idee imprenditoriali possono essere finanziate dal pubblico, sta portando alla nascita di svariate piattaforme di gestori che fanno da intermediari tra chi propone progetti e chi li finanzia.
Il 12 luglio 2013 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.162 la delibera Consob del 26 giugno 2013 che adotta il «Regolamento sulla raccolta di capitali di rischio da parte di start-up innovative tramite portali on-line». Il regolamento è destinato principalmente ai nuovi portali non bancari che d’ora in avanti dovranno essere iscritti in un apposito albo.
Oltre all’iscrizione obbligatoria all’albo, il regolamento definisce una serie di obblighi generali relativi al comportamento dei gestori autorizzati (diligenza, correttezza e trasparenza, gestione dei conflitti di interesse, parità di trattamento dei destinatari delle offerte), alle informazioni da fornire affinché gli investitori possano ragionevolmente comprendere la natura dell’investimento e prendere le decisioni in modo consapevole, e al diritto di recesso che può essere esercitato entro sette giorni dall’ordine.
Il gestore deve inoltre assicurare che possano accedere alle sezioni del portale in cui è possibile aderire alle offerte solo gli investitori diversi dagli investitori professionali che abbiano preso visione delle informazioni e risposto positivamente ad un questionario comprovante la piena comprensione delle caratteristiche essenziali dell’investimento in cui dichiarano di essere in grado di sostenere economicamente l’eventuale intera perdita dell’investimento che intendono effettuare.
Sempre nell’ottica della protezione dei finanziatori sono state inoltre introdotte nel regolamento una serie di limitazioni alle attività delle piattaforme non bancarie, che hanno suscitato malcontento in rete. Secondo il regolamento, le piattaforme web non bancarie potranno gestire in autonomia operazione di crowdfunding solamente per investimenti minimi: fino a 500 euro se l’investitore è una persona fisica e fino a 1000 euro se è una persona giuridica. A detti valori si sovrappone anche un limite annuale rispettivamente di 1.000 e 10.000 euro.
L’introduzione di questo limite ha suscitato commenti negativi da parte di quanti credono che l’introduzione di un passaggio obbligato dal sistema bancario affosserà un settore in rapido sviluppo anche grazie all’immediatezza e alla gratuità del servizio di sottoscrizione per un microfinanziamento.
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