Sembra un doodle ma non lo è: da alcuni giorni sulla homepage di Google France un cartello riporta informazioni sulla sanzione di 150.000 euro imposta dal garante francese per la violazione della privacy dei suoi utenti.
Il Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés (CNIL) ha sanzionato l’azienda californiana per la modifica alle policy relative alle attività di raccolta e trattamento dei dati personali.
L’attenzione è rivolta alla ormai nota unificazione delle 60 policy sulla privacy dei vari servizi di Google (YouTube, Gooogle+, Gmail…) che combina i dati personali raccolti nelle varie piattaforme per creare un unico profilo che segue l’utente in tutti gli ambienti virtuali gestiti da Mountain View. In particolare, è stato rilevato come l’aspetto più critico di questo nuovo modello, introdotto da Google nel marzo 2012 sia stato imposto agli utenti senza lasciare loro la possibilità di opt out.
Nel 2013 l’Authority francese per la protezione dei dati, insieme ai Garanti privacy di Italia, Regno Unito, Paesi Bassi, Germania e Spagna, ha annunciato l’avvio di un’istruttoria coordinata volta a stabilire se il nuovo pacchetto di policy unificate di Google fosse compatibile con i requisiti fissati nella Direttiva 95/46/CE sulla protezione dei dati personali.
Dopo alcuni mesi di indagine, la CNIL aveva concesso a Google un periodo di tre mesi per attuare misure che informassero gli utenti sulle modalità di utilizzo dei loro dati personali, chiarire per quanto tempo fossero mantenuti nelle banche dati di Mountain View e inserire una richiesta di autorizzazione da parte degli utenti per l’installazione di cookies sui loro computer. Google non ha tuttavia rispettato la richiesta del Garante francese, che il 3 gennaio scorso ha quindi imposto all’azienda una sanzione amministrativa e l’ordine di apporre sulla propria homepage l’avviso riguardante la violazione per un periodo minimo di 48ore.
Si è rivelato inutile il tentativo di Mountain View di appellarsi al Consiglio di Stato francese per sospendere parzialmente l’ordine della Commissione Sanzioni della CNL: venerdì 7 febbraio il giudice ha rigettato la richiesta e Google è stato costretto ad apporre la notifica sulla propria homepage durante il weekend.
Una curiosità: è stato riportato che il sito del garante privacy francese non ha retto il traffico generato dal link al provvedimento presente nella notifica di Google ed è così rimasto irraggiungibile per diverse ore.
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