Facebook è nuovamente al centro dell’interesse dei Garanti privacy europei dopo che, la scorsa settimana, si è diffusa la notizia di un “esperimento psicologico” condotto dal social network attraverso la manipolazione dei contenuti delle bacheche elettroniche degli utenti.
Nel corso dell’esperimento, durato una settimana e condotto nel gennaio 2012, Facebook ha alterato il numero di post dal tono positivo o negativo che alcuni utenti potevano visualizzare sulla loro bacheca per poter analizzare come le emozioni si propagano attraverso i social media. I post manipolati dall’esperimento sono stati visualizzati da circa 700.000 utenti di Facebook, ovvero da un utente ogni 2500, al tempo dell’esperimento.
L’esperimento è stato portato avanti senza l’autorizzazione degli utenti coinvolti e secondo alcuni commentatori sarebbe stato condotto in violazione dei terms of service sottoscritti dagli utenti. Facebook ha replicato a queste accuse ricordando che tutti gli utenti sono obbligati a rilasciare un permesso generico per ricerche da parte della società come una condizione necessaria per poter usufruire del servizio.
In seguito all’ondata di critiche che si sono diffuse in seguito alla pubblicazione della notizia, in Europa diverse Autorità per la protezione dei dati personali si sono attivate per raccogliere ulteriori informazioni in merito. Tra queste spicca il Data Protection Commissioner dell’Irlanda, una nazione particolarmente coinvolta dalle attività di Facebook in quanto, come è noto, a Dublino hanno sede gli headquarters internazionali della compagnia. L’Authority irlandese ha reso noto di avere indirizzato alla corporation una serie di domande volte a stabilire se ci siano criticità del punto di vista della privacy degli utenti.
Anche l’Information Commissioner’s Office del Regno Unito ha dichiarato il proprio interesse ad approfondire la questione. Un portavoce ha fatto sapere che è in corso una verifica su eventuali violazioni della privacy degli utenti anglosassoni ma che attualmente è impossibile stabilire se Facebook abbia violato o meno la legge. Infatti, ad oggi nessuno sa dove fossero localizzati gli utenti coinvolti nell’esperimento. Attualmente l’80% degli utenti del social network sono residenti al di fuori del Nord America.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, la Federal Trade Commission, l’autorità regolatoria che vigila sulla condotta di Facebook, non ha espresso alcuna osservazione sul caso.
Attualmente, comunque, l’interesse espresso dai Garanti europei non si è ancora tradotto in indagini formalizzate.
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AGGIORNAMENTO DEL 4 LUGLIO 2014:
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, il gruppo di pressione sulla privacy the Electronic Privacy Information Centre (Epic) ha depositato un ricorso alla Federal Trade Commission per richiedere un’investigazione sul caso.
ottimo contributo. complimenti
Grazie del gentile commento.