La Cina è nuovamente al centro dell’attenzione internazionale in materia di censura sul web. Questa volta il target del blocco sarebbe la app di condivisone foto Instagram, che risulterebbe inaccessibile dal 28 settembre a tutti gli utenti cinesi.
Diversi osservatori dei diritti digitali da varie parti del mondo hanno espresso preoccupazione riguardo alla correlazione tra il blocco del social network e le recenti manifestazioni pro-democrazia che si sono svolte ad Hong Kong. In particolare, si ritiene che la censura possa essere stata ordinata dal governo di Pechino allo scopo di evitare la diffusione di immagini che proverebbero un massiccio uso di gas lacrimogeno da parte della polizia durante le proteste del movimento “Occupy Central”.
Fino ad ora Instagram, di proprietà di Facebook, rimaneva uno dei pochi social network americani ancora utilizzabili in Cina. Altre piattaforme come Facebook e Twitter sono bloccate da tempo.
Il timore che la censura sia correlata alle manifestazioni parrebbe fondato. Si apprende infatti che tutte le notizie online riguardo alle azioni di protesta siano state censurate nel Paese. Baidu, il motore di ricerca più usato in Cina, ha invece oscurato i risultati di ricerche relative agli scontri come “Hong Kong gas lacrimogeno”. A quanto si apprende, ricerche simili sono state bloccate anche sul più grande social network cinese, Sina Weibo.
Alcuni giornali cinesi hanno riportato la notizia del blocco di Instagram dichiarando che le cause sono sconosciute.
Tra le foto presenti su Instagram e “non gradite” al governo cinese ci sarebbero chiare immagini degli scontri, come quella che vedete in questo post.
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