Secondo l’ultimo rapporto del Pew Research Center, i fenomeni di molestie online coinvolgono una fetta significativa della popolazione cibernauta.
Lo studio, condotto su un campione volontario di 2.849 web users, nel periodo compreso tra maggio e giugno 2013, rivela che il 73% degli intervistati ha assistito a forme di prevaricazione online, e che il 40% ne è stato personalmente coinvolto. Coloro che ne sono stati loro malgrado protagonisti, hanno dichiarato di avere subito ingiurie nel 27% dei casi, di essere stati deliberatamente messi in imbarazzo nel 22%, minacciati fisicamente nell’8%, di avere subito fenomeni di stalking 8%, molestie per un prolungato periodo di tempo 7%, e di essere stati molestati sessualmente nel 6%.
I dati presi in considerazione sono stati suddivisi in due sotto-categorie, che separano fenomeni online in qualche modo episodici, da quelli più problematici, che si sono protratti nel tempo, e che riguardano il 22% del totale delle testimonianze.
Le statistiche rivelano che il picco di molestie (65%) si concentra nella popolazione di età compresa tra i 18 e i 29 anni, per aumentare fino al 73% in considerazione della sola popolazione femminile. Stando ai dati raccolti, il profilo del molestatore è quello di una persona della quale non si conosce la reale identità, che agisce più frequentemente sui social network, o nella sezione dei commenti dei siti web.
Le vittime tendono a ignorare l’importunatore, decidendo di non rispondere in alcun modo (nel 47% dei casi), e bloccando, quando possibile, i contatti con il profilo ostile (43%). Sebbene il tentativo sia quello di rimuoverne il ricordo il più velocemente possibile, appare evidente che questo tipo di esperienze lascino segni tutt’altro che trascurabili: se 51% del campione ha rivelato di essere stato turbato in modo più o meno significativo per quanto accaduto, ben il 14% si è detto sconvolto.
In un recente evento pubblico, Tim Berners-Lee, fondatore del World Wide Web, ha speso alcune parole intorno al fenomeno del “trollaggio” (etichetta che sta a indicare ogni genere di aggressione verbale online), soffermandosi sul rapporto esistente tra violenza e rete: “Avevo sperato in un web in grado di dare alla gente strumenti per rompere le barriere nazionali e per favorire un progresso della conoscenza, ma è assai sorprendente per me che persone cresciute in modo normale da un momento all’altro diventino molto polarizzate nelle loro opinioni, diventando portatrici di odio invece che di amore”.
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