Il 14 giugno 2015 su Nòva 24, l’inserto del Sole 24 Ore dedicato alla cultura è stato pubblicato un articolo di Giusella Finocchiaro e Giulia Giapponesi che fa il punto sul convegno dell’UNCITRAL del 10 giugno dedicato al tema dell’identità digitale. Lo riproponiamo qui:
La fiducia è parte integrante del contratto che ogni acquirente stipula con un venditore. Fin dalla notte dei tempi, ogni scambio commerciale porta con sé una componente di incertezza per il timore che il valore investito nella transazione vada in qualche modo perduto. Da sempre nel diritto si è cercato di minimizzare questa incertezza, e il risultato è che oggi possiamo vendere e acquistare beni e servizi con ragionevole sicurezza.
Tuttavia, il sistema fiduciario che abbiamo creato è stato nuovamente messo alla prova con le transazioni virtuali. L’incertezza si è nuovamente affacciata sui nostri scambi commerciali. Lo sa bene chiunque abbia utilizzato un portale di compravendita da utente a utente, o una prenotazione per un soggiorno in luogo sconosciuto: il momento del pagamento porta con sé l’ombra di un’inquietudine, dovuta soprattutto alla mancanza di una prova certa dell’effettiva identità del nostro partner commerciale.
Se il problema dell’identificazione online si riscontra già nelle piccole transazioni di e-commerce, la portata del problema si comprende pienamente se si pensa allo sviluppo di alcuni servizi, come quelli erogati dalla pubblica Amministrazione o i servizi bancari, per cui l’accertamento dell’identità diventa imprescindibile.
In Europa questo problema è stato risolto con il Regolamento europeo in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno. Un’unica legge per i 28 Stati membri, che ha realizzato l’interoperabilità giuridica e tecnica fra i Paesi dell’Unione europea degli strumenti elettronici di identificazione, autenticazione e firma (in inglese, electronic identification, authentication, signature, da cui l’acronimo eIDAS usato per indicare il Regolamento).
Tuttavia, su scala globale la situazione è ancora non regolamentata e non esistono sistemi di identificazioni condivisi.
Le previsioni finanziarie di un recente studio della compagnia eMarketer indicano che, per quanto riguarda la vendita al dettaglio di prodotti e servizi, entro il 2018 l’e-commerce raggiungerà l’8.8% delle vendite globali con un fatturato di $2.500 miliardi di dollari. Paesi leader del mercato globale: Cina e USA.
Per permettere uno sviluppo armonioso di questo mercato, il problema dell’identificazione diventa cruciale e la sua soluzione prioritaria. Ma come si può trasformare un sentimento, come la fiducia, in una realtà tecnico-legale?
La creazione di un sistema unificato per l’identificazione nelle transazioni di e-commerce internazionali è il nuovo compito della Commissione delle Nazioni Unite per il diritto commerciale internazionale (UNCITRAL).
In quest’ottica, il 10 giugno scorso all’Università di Bologna, l’UNCITRAL ha incontrato esperti accademici e rappresentanti di colossi del web, come Google e AliBaba. Obbiettivo comune: mettere a fuoco le basi su cui avviare un processo condiviso per fissare le regole mondiali dell’identificazione online.
Sebbene tutti i paesi si stiano dotando di sistemi di identità digitale -da noi l’Agenda Digitale del Governo Italiano prevede l’introduzione di “SPID” che entro il 2017 dovrebbe dotare di un’identità digitale 10 milioni di cittadini – i partecipanti all’incontro hanno sottolineato che l’obiettivo deve essere un sistema unico globale e non un’armonizzazione dei sistemi esistenti. In quest’ottica il lavoro dell’UNCITRAL dovrebbe concentrarsi sulla definizione di una “model law” che definisca i requisiti minimi di base per l’autenticazione, un minimo comun denominatore che sia compatibile con i quadri legislativi nazionali. Inoltre, l’identificazione digitale su scala globale dovrà tenere conto delle nuove necessità emerse dal web, come l’acquisto e la cessione di proprietà e diritti di natura completamente digitale, come caselle e-mail, siti web, oggetti virtuali, diritti d’autore, ecc.
Il responsabile della Public Policy e Government Relations di Google Italia, Andrea Stazi, ha sottolineato la necessità di prevedere la difficoltà di gestione dell’identità digitale in relazione alla tutela della privacy. Ala Musi, China Electronic Commerce Association Policy & Law Committee Deputy Director di AliBaba, ha invece rimarcato l’importanza di definire I limiti della responsabilità legale delle piattaforma di e-commerce che operano in tutto il mondo.Un fatto è emerso con chiarezza: nell’attesa di regole comuni sull’identificazione, sempre più attori del commercio online cono costretti a dotarsi di sistemi di identificazione auto-gestiti. Stiamo assistendo ad una vera e propria proliferazione di credenziali e modalità di accesso che risulta difficile da gestire per gli utenti e non offre garanzie di tutela.
Il nuovo compito dell’UNCITRAL è quindi non solo urgente, ma fondamentale per assicurare uno sviluppo armonico e sicuro del mercato globale online.
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