Facebook ha avviato una collaborazione con il Ministero della Giustizia tedesco per il contrasto all’incitamento all’odio.
Il fenomeno è da sempre diffuso sui social network e l’attuale emergenza europea relativa all’afflusso di rifugiati di guerra ne ha amplificato la portata. Si tratta del cosiddetto hate speech, termine utilizzato nella giurisprudenza anglosassone per definire la comunicazione destinata a fomentare comportamenti violenti e razzisti contro categorie protette. Un concetto che, fuori dal lessico legale, è usato per identificare i discorsi che attaccano un individuo o un gruppo sulla base di attributi identitari come il genere, l’origine etnica, la religione, la disabilità o l’orientamento sessuale.
In vista dei delicati equilibri sociali che vanno delineandosi in Europa, la cancelliera tedesca Angela Merkel la scorsa settimana si è rivolta a Facebook chiedendo di prendere iniziative contro l’incitamento alla violenza diffuso sul social network.
La compagnia, dopo un incontro con il Ministro della Giustizia Heiko Maas, ha comunicato la nascita di una task force con il governo tedesco, a cui probabilmente si uniranno a breve anche altri colossi del web.
Facebook ha annunciato che l’attività di contrasto all’hate speech si articolerà in tre azioni: una partnership con FSM, community tedesca formata da volontari che si occupano della protezione dei giovani in rete, una task-force formata da membri di partiti politici e comunità online per diffondere i principi contro l’incitamento all’odio e una campagna di comunicazione ad ampio raggio per promuovere una comunicazione consapevole, con consulenza di esperti internazionali della materia.
Nonostante la policy di Facebook proibisca già l’incitamento all’odio, la società di Mark Zuckerberg viene da sempre criticata per la sua effettiva mancanza di controllo sull’hate speech. È diffusa in rete l’opinione che la policy del social network sia di fatto più restrittiva nei confronti di immagini di nudo e sessualità che nei confronti dei discorsi violenti.
C’è attesa quindi per un decisivo cambio di rotta.
Aggiungi commento