L’attività svolta da un ragazzo irlandese attraverso portali finalizzati alla raccolta dei link utili alla fruizione di materiale protetto da copyright, è stata valutata dalla Corte britannica sanzionabile con 2 anni di reclusione e 2 di arresti domiciliari.
La Federation Against Copyright Theft (FACT) aveva accusato il Paul Mahoney di essere il gestore di FastPassTV e del forum BedroomMedia, siti dedicati alla raccolta e all’organizzazione di link verso piattaforme terze su cui è possibile guardare film protetti da copyright. I due siti sono stati attivi dal 2008 al 2013, e ritenuti responsabili di danni all’industria cinematografica: in quell’arco di tempo hanno registrato oltre 12 milioni di visite di utenti.
Le indagini svolte dalla FACT britannica avevano condotto la polizia irlandese all’individuazione di Mahoney già nel marzo 2011. Una perquisizione si era allora conclusa con il sequestro di materiale informatico e di 83.000 sterline in contanti rinvenute all’interno della sua abitazione. Nonostante ciò il giovane non si era dissuaso dal continuare le attività incriminate fino al 2013, anno della chiusura di entrambi i siti.
Con l’avvio del processo presso la corte britannica di Derry, nel 2015, Mahoney aveva ammesso la propria colpevolezza, riconoscendo di avere accumulato un totale di 300mila sterline attraverso la promozione della diffusione illegale di contenuti protetti dal diritto d’autore. Nonostante la FACT avesse denunciato un danno derivato quantificabile in 12 milioni di sterline, non era stato chiesto alcun risarcimento: la parte lesa aveva auspicato una pena esemplare che potesse fungere da vero deterrente per la pirateria.
La corte britannica si è infine espressa ridimensionando il danno potenziale procurato da Mahoney, ma rimarcando come il giovane irlandese abbia messo assieme “uno schema particolarmente sofisticato” con il quale permettere agli utenti di avere a disposizione un elevato numero di titoli gratuiti, e contemporaneamente guadagnare somme di denaro attraverso advertising. Le azioni condotte non lasciano alternativa “a mostrare che questo genere di comportamenti non possono rimanere impuniti”.
Il direttore della FACT Kieron Sharp, ha espresso la propria soddisfazione, affermando che la sentenza rappresenta un precedente importante per la lotta alla pirateria.
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