Dopo il recente intervento del Garante privacy sul tema della validità processuale delle intercettazioni vi proponiamo un’interessante riflessione recentemente presentata alla conferenza TED 2015.
Da oltre 100 anni, i nostri telefoni e le reti che trasmettono le nostre chiamate sono stati cablati per la sorveglianza. Oggi molti produttori di smartphone e software hanno inserito funzioni di criptazione nei loro prodotti che rendono sempre più difficile per gli estranei accedere alle nostre conversazioni. Questo da un lato aumenta la nostra privacy e dall’altro diminuisce le possibilità di intervento governativo in caso di crimini.
Christopher Soghoian, espetrto di hackeraggi e attivista per le libertà civili, racconta in questo video come possiamo difenderci dal controllo sulle nostre comunicazioni e invita ad una riflessione sul rapporto fra privacy e sicurezza.
Viviamo in un periodo e in un mondo pericolosi, e là fuori ci sono persone molto cattive. Ci sono terroristi e altre serie minacce alla sicurezza nazionale e tutti noi vogliamo che siano monitorate da FBI e NSA.
Ma questo tipo di sorveglianza ha un costo. E la ragione è che non esistono computer portatili per terroristi o cellulari per spacciatori. Usiamo tutti gli stessi dispositivi di comunicazione. Questo significa che se le telefonate degli spacciatori o quelle dei terroristi possono essere intercettate, allora anche le nostre possono esserlo. E dobbiamo davvero chiederci: è giusto che un miliardo di persone nel mondo utilizzi dispositivi facili da controllare?
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