Negli ultimi due anni, con una decine di sentenze la Corte di Giustizia Europea ha affermato la rilevanza strategica che la protezione dei dati personali ha assunto nell’Unione Europea. Emerge chiaramente la volontà, apparentemente ovvia, di applicare i principi del diritto europeo al trattamento dei dati personali degli europei. Tuttavia, il tema che si affronta è più ampio e riguarda la difficoltà di giurisdizione su Internet, un non-luogo dove non esistono norme condivise, non essendo individuabile un soggetto politico legittimato a emanare le regole a livello globale. Giusella Finocchiaro ha analizzato questo scenario nel saggio “La giurisprudenza della Corte di Giustizia in materia di dati personali da Google Spain a Schrems” pubblicato su “Il diritto dell’informazione e dell’informatica” Anno XXX Fasc. 4-5 -2015.
Ne presentiamo qui un estratto. È possibile scaricare la versione completa in pdf cliccando QUI.
Si leggono alcune tendenze, evidenti nelle due decisioni più note, Google Spain e Schrems, ma presenti anche in altre, di carattere politico, anticipatorie rispetto alle scelte ormai quasi compiute nell’emanando regolamento. In estrema sintesi, la Corte vuole affermare l’applicabilità della normativa europea anche nel caso in cui i titolari di trattamento dei dati personali siano soggetti non europei e i dati vengano trattati prevalentemente fuori dall’Europa. Ribadisce il rango costituzionale del diritto alla protezione dei dati personali secondo la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e soprattutto la prevalenza di tale diritto sugli altri diritti, pure costituzionalmente garantiti, affermando così una scelta culturale e di principi. Riafferma il carattere di eccezionalità delle limitazioni al diritto alla protezione dei dati personali. Assume che il livello di protezione dei dati personali adottato in Europa sia più elevato rispetto al livello di protezione dei dati personali adottato altrove nel mondo e si fa promotrice del modello europeo del diritto alla protezione dei dati personali. La Corte europea si riappropria e consolida la posizione volta ad affermare l’applicazione del diritto europeo al trattamento dei dati personali degli europei. Si tratta di indirizzi profondamente politici in cui la Corte orgogliosamente sceglie cultura, principi e diritto europeo, contrapponendosi alla visione e agli interessi, nei casi in esame, statunitensi. La Corte esercita dunque un ruolo di supplenza politica, estendendo l’applicabilità della normativa europea e anticipando nell’interpretazione della direttiva-madre l’emanando regolamento europeo sulla protezione dei dati personali.
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