Il 2 maggio 2016 è stata presentata alla Camera una proposta di legge che punta a «disciplinare le piattaforme digitali per la condivisione di beni e servizi» e a «promuovere l’economia della condivisione». Lo scopo è regolare la cosiddetta sharing economy con un approccio trasversale ai diversi settori professionali.
L’Italia sarebbe il primo paese a regolarizzare questo settore economico in forte espansione, che conta fra i suoi servizi gli ormai famigerati Uber (ora vietato nel nostro Paese) e AirBnB.
Il testo è frutto di un lavoro di un anno e mezzo svolto da un gruppo di parlamentari dell’Intergruppo Parlamentare per l’Innovazione Tecnologica. L’articolo 1 detta le finalità della legge mentre l’articolo 2 della proposta definisce cosa sia la sharing economy stabilendoche non rientrano in questa tipologia i servizi per i quali il gestore stabilisce una tariffa fissa. L’articolo 3 prevede che le piattaforme della condivisione debbano iscriversi a un Registro elettronico nazionale tenuto dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Con l’istituzione di un registro elettronico, le piattaforme dovranno ottenere il benestare dall’Autorità che valuterà incongruenze ed eventuali violazioni normative (o concorrenza sleale nei confronti dei settori tradizionali).
Ma è principalmente l’aspetto fiscale, quello che la proposta di legge cerca di regolamentare. La nuova legge prevederebbe una tassazione del 10 per cento sugli introiti generati dalle piattaforme, fino a un massimo di 10mila euro annui (anche sommabili da diversi servizi). L’onere del versamento delle imposte spetterebbe alle piattaforme, che sarebbero tenute a trattenere la cifra, agendo per sostituto d’imposta, dagli incassi degli iscritti. Al superamento della soglia dei 10mila euro, gli introiti saranno considerati redditi veri e propri, da sommare agli altri percepiti. Nuove norme anche per i pagamenti: dovranno essere unicamente digitali.
I firmatari della proposta di legge prevedono che questa operazione possa portare il gettito fiscale da 150 milioni a 3 miliardi di euro entro il 2025.
La proposta di legge ha iniziato il suo iter alle commissioni riunite Trasporti e Attività produttive della Camera.La proposta di legge (consultabile QUI) rimarrà “aperta” e online fino al prossimo 16 maggio.
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