Il 10 agosto il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alle modifiche del Codice dell’Amministrazione Digitale: concesso più tempo agli enti locali per l’abbandono della carta e l’obbligo di produrre i propri documenti soltanto in formato digitale.
Su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame definitivo, il decreto legislativo recante norme di attuazione dell’articolo 1 della legge 7 agosto 2015, n. 124, recante modifica e integrazione del codice dell’amministrazione digitale (CAD) di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.
Prorogata di 4 mesi la scadenza, inizialmente fissata al 12 agosto, che obbligava le PA ad adeguare i propri sistemi di gestione informatica dei documenti ed essere in grado di produrre in formato digitale tutti gli originali dei documenti amministrativi informatici (Dpcm del 13 novembre 2014).
La riforma del CAD comprenderà disposizioni sul domicilio digitale della persona fisica e la sede legale delle imprese, mantenendo lo SPID quale strumento privilegiato di accesso in rete ai servizi delle pubbliche amministrazioni. Sarà compito delle PA provvedere a garantire l’accesso digitale ai propri servizi tramite il “pin unico” entro dicembre 2017. Per una maggiore trasparenza le amministrazioni saranno obbligate a inserire nei propri siti Internet informazioni esaustive per ciò che concerne appalti, tempi medi di attesa nella sanità, tempestività dei pagamenti nei confronti delle imprese creditrici, risultati di valutazione e piani per la prevenzione della corruzione.
Per un approfondimento sull’impatto delle modifiche del nuovo CAD in materia di documento informatico e firma digitale si rimanda al recente articolo di Giusella Finocchiaro.
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