Il web non è sempre esistito. Tantomeno Internet. Quando ricordo questi fatti evidenti ogni anno, all’inizio del mio corso di Diritto di Internet, alcuni studenti mi guardano stupiti. Quando pensiamo che 25 o 27 anni fa (a seconda delle ricostruzioni: di Facebook che ha lanciato l’idea del venticinquesimo compleanno e dell’inventore del web, Tim Berners-Lee, citato dal Post, che ha autorevolmente corretto) non c’era il web e nemmeno Google, Facebook, i social network e gli smart phone, sembra davvero che si tratti di un’altra era geologica.
Eppure, anche se a raccontarlo mi sento il “Numero Uno” di Alan Ford (per i più giovani non esperti di fumetti: riferimenti su wikipedia) c’era una volta un’epoca senza il www… Certamente è stata un’invenzione che ha cambiato il mondo e il modo di comunicare e di interagire con gli altri, con impatti di enorme rilevanza, di cui ancora osserviamo le conseguenze, nell’economia, nella politica e ovviamente nel diritto.
Internet, come è noto, e come ci ricorda anche il bel documentario di Herzog, Lo and Behold, è nato alla fine degli anni ’60. Il world wide web, che non coincide con Internet, ma è uno dei più rilevanti servizi che utilizzano la Rete, molto più recentemente. I progenitori erano gli ipertesti, la cui idea innovativa era quella di collegare fra loro contenuti in un ordine non più necessariamente sequenziale, ma relazionale.
Nel 1969 l’uomo è andato sulla Luna e questo evento lo ricordano tutti. Pochi ricordano la contemporanea nascita di Internet, ma certo questo ha sconvolto molto di più la nostra quotidianità.
Le applicazioni commerciali di Internet si vedono negli Stati Uniti alla fine degli anni ’90: da neolaureata approfondivo le mie ricerche sui contratti informatici. E negli spot pubblicitari non mancava l’indirizzo www del produttore, che ancora in Italia non si vedeva. E ancora, il primo acquisto on line: un portatile (grande come una valigetta) consegnato overnight.
Tutto questo è oggi la nostra quotidianità: non ha più senso nemmeno la distinzione reale/virtuale. È tutto reale e anzi la nostra realtà può essere aumentata. Ma quanto ne siamo davvero consapevoli? Quanto abbiamo davvero compreso che il nostro agire anche on line ha precise conseguenze nella vita nostra e degli altri e non è affatto al di fuori delle regole?
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