Secondo l’Authority gli attuali strumenti non sono in grado di tutelare adeguatamente gli abbonati da forme invasive e moleste di marketing telematico.
A seguito di innumerevoli interventi del Garante privacy, nonché della recente sentenza della Corte di Cassazione sulle c.d. telefonate mute, il Presidente del Garante privacy, Antonello Soro, ha nuovamente ribadito l’esigenza di tutelare in maniera più incisiva i cittadini nei confronti di pratiche commerciali telefoniche sempre più invasive della vita privata e della quiete domestica degli utenti. Il Registro delle Opposizioni, come strumento di contrasto alle telefonate indesiderate, non sembra infatti aver conseguito il risultato sperato. Pochi sono attualmente gli utenti iscritti rispetto al numero effettivo di utenze, limitate le condizioni di iscrizione (solo telefoni fissi presenti negli elenchi) e pressoché inesistenti le responsabilità in capo ai call center che, incuranti del Registro, continuano a contattare i numeri telefonici registrati.
Per rafforzare le tutele dei cittadini e responsabilizzare maggiormente i promotori di campagne pubblicitarie si prospettano due percorsi da seguire. Da un lato, il Garante puntualizza la necessità di riformulare la normativa in materia di telemarketing, ampliando il novero di utenze iscrivibili nel Registro delle Opposizioni, includendo tutta la telefonia fissa o mobile, anche se non iscritta negli elenchi. Ritiene inoltre auspicabile l’introduzione di un chiaro regime di responsabilità tra il soggetto che materialmente chiama il cittadino (di solito il call center) e l’azienda per conto della quale viene effettuata la chiamata. Dall’altro lato, sembra essenziale promuovere misure che aumentino il grado di consapevolezza degli utenti sulla gestione dei propri dati, sensibilizzando al contempo le stesse imprese, anche attraverso la previsione di piani di incentivazione a favore delle società “diligenti”.
Da ultimo il Garante evidenzia che una riforma delle regole di settore gioverebbe peraltro gli stessi call center. Infatti, incoraggiando i committenti di campagne pubblicitarie a selezionare call center qualificati e affidabili, si eviterebbe di penalizzare quanti nel settore operano correttamente, portando ad una generale riqualificazione dello stesso lavoro degli operatori.
NOTA: Il magazine canadese Nymity, specializzato in diritto di Internet e privacy ha pubblicato uno speciale sulla sentenza della Corte di Cassazione italiana numero 2196 del 4 febbraio 2016 sul tema delle cosiddette “telefonate mute” le telefonate automatiche inoltrate dai sistemi computerizzati di telemarketing. Lo speciale è accompagnato da un’intervista a Giusella Finocchiaro che contestualizza il fenomeno da un punto di vista giuridico e ne analizza i risvolti in tema di privacy e sicurezza.
Una panoramica del tema è stata precedentemente pubblicata in QUESTO POST.
Lo speciale di Nymity è disponibile QUI. Cliccando QUI è possibile scaricare il pdf con l’intervista a Giusella Finocchiaro. Entrambi i documenti sono in lingua inglese.
Aggiungi commento