Il Garante Privacy ha sanzionato al pagamento di oltre 11 milioni di euro cinque società di money transfer che per aggirare la normativa antiriciclaggio utilizzavano in modo illecito i dati personali di più di mille utenti .
Le società raccoglievano e trasferivano in Cina somme di denaro riconducibili a imprenditori cinesi, in violazione non solo della normativa antiriciclaggio, ma anche di quella sulla protezione dei dati personali. Attraverso la tecnica del frazionamento (dividendo cioè le somme di denaro in più operazioni sotto la soglia prevista dalla normativa antiriciclaggio) attribuivano i trasferimenti di denaro a più di mille clienti del tutto ignari, utilizzando illecitamente i loro dati.
Le gravi violazioni sono emerse nel corso di un’indagine della Procura di Roma. Il Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza su delega della magistratura ha infatti accertato che i nominativi ai quali erano intestati i trasferimenti di denaro non corrispondevano ai reali mittenti e, in alcuni casi, i moduli risultavano compilati da persone decedute o inesistenti, oppure non firmati. I dati personali utilizzati erano tratti da fotocopie di documenti di identità, conservati in appostiti raccoglitori da utilizzare all’occorrenza, e gli invii di denaro venivano effettuati a pochi secondi l’uno dall’altro, per importi appena sotto la soglia e indirizzati allo stesso destinatario.
La violazione della normativa sulla privacy ha determinando l’intervento del Garante che, tenuto conto della gravità delle violazioni commesse dalle società, del numero delle persone coinvolte i cui dati sono stati trattati senza consenso e della rilevanza della banca dati, ha inflitto una sanzione di 5.880.000 euro alla multinazionale, e di 1.590.000, 1.430.000, 1.260.00 e 850.000 euro rispettivamente ad ognuna delle altre quattro società, per un totale che supera gli 11 milioni.
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