A partire dall’ottobre 2018 l’Istat effettuerà la rilevazione censuaria della popolazione italiana con cadenza annuale e non più decennale. A differenza delle passate rilevazioni, il Censimento permanente non coinvolge più tutte le famiglie nello stesso momento, ma solo un campione di esse. Ogni anno le famiglie chiamate a partecipare saranno circa un milione e quattrocentomila. I principali vantaggi introdotti dal nuovo sistema sono un forte contenimento dei costi della rilevazione e una riduzione del disturbo arrecato ai cittadini.
Il nuovo censimento è comunque in grado di restituire informazioni rappresentative dell’intera popolazione, grazie all’integrazione dei dati raccolti con due diverse rilevazioni campionarie svolte, un questionario online e interviste porta a porta, con quelli provenienti dalle fonti amministrative.
Nel dare, ai sensi del nuovo Regolamento europeo, la sua autorizzazione alla prima fase del censimento, cioè la raccolta dati sul campo, il Garante per la protezione dei dati personali ha chiesto che anche per le famiglie inserite nell’indagine “porta a porta” vengano previste modalità alternative al faccia a faccia, assicurando le medesime garanzie previste per chi invece riceverà a casa la lettera dell’Istat, a cui potrà rispondere anche dal pc o al telefono.
Il provvedimento del Garante vuole evitare che l’obbligatoria presenza del rilevatore, a cui è necessario fornire direttamente le risposte, possa comportare eccessivi disagi per i cittadini o imbarazzi, soprattutto nelle piccole comunità. Il Garante ha ritenuto che la modalità di raccolta “porta a porta” potrebbe determinare una maggiore ingerenza nella sfera privata degli interessati (si pensi ai casi di soggetti vulnerabili o timorosi, anziani e persone malate), i quali si troverebbero a dover fornire ad un soggetto estraneo numerose e dettagliate informazioni relative alla propria famiglia e abitazione, a pena di sanzione.
Pur riconoscendo la rilevante finalità di interesse pubblico perseguita dall’Istat, il Garante ha ribadito la necessità di superare le criticità rilevate, in considerazione dei rischi elevati per le libertà e i diritti degli interessati determinati dal nuovo censimento permanente, che si caratterizza, rispetto al passato, per un massiccio uso di banche dati amministrative (Anagrafe tributaria, Inps, Miur etc.). Per avviare le fasi successive, l’Istat dovrà quindi predisporre tutte le garanzie e le misure necessarie e non ancora individuate per conformare il trattamento dei dati alla normativa in materia di protezione dei dati personali.