L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato per oltre 93 milioni di euro il gruppo Enel e per oltre 16 milioni di euro il gruppo Acea per aver abusato della propria posizione dominante nei mercati della vendita di energia elettrica.
Le due società, che ancora oggi offrono il servizio pubblico di vendita di energia elettrica maggior tutela, destinato a essere eliminato entro il 1° luglio 2020 con la piena affermazione di un unico mercato nazionale liberalizzato, hanno sfruttato in modo illegittimo la posizione derivata dall’essere fornitori di maggior tutela, per realizzare una dichiarata politica di “traghettamento” della clientela verso i propri contratti a mercato libero.
L’istruttoria ha infatti accertato che le società hanno raccolto dai clienti in regime di maggior tutela i consensi privacy ad essere contattati a scopo commerciale e hanno poi utilizzato i contatti per formulare offerte mirate, volte a far stipulare loro un contratto sul mercato libero. Una condotta lesiva della concorrenza poiché nessuna delle società a mercato libero presente nelle aree in cui i due gruppi svolgono in esclusiva il servizio di maggior tutela sarebbe in grado di replicare una simile operazione di direct marketing. La pratica pertanto risulta illegittima e idonea ad amplificare artificialmente il vantaggio concorrenziale di cui tali gruppi già godono per motivi storico/regolamentari e legati alle caratteristiche della domanda.
Si tratta di condotte che alterano le dinamiche competitive nei confronti dei concorrenti sul mercato, che non posseggono le stesse prerogative ma che necessitano anch’essi di rivolgersi al bacino della clientela tutelata, che rappresenta ancora oltre il 60% della clientela domestica e quasi il 50% di quella non domestica in bassa tensione.
In particolare, per quanto riguarda il gruppo Acea, il Garante ha rilevato come, nella definizione delle proprie strategie commerciali, ACEA Energia si sia avvalsa anche di una serie di informazioni privilegiate e dettagliate sull’andamento delle quote e sul posizionamento dei concorrenti nelle aree geografiche in cui svolge il servizio di distribuzione attraverso società di distribuzione ARETI.
L’Autorità ha anche valutato le condotte commerciali del gruppo A2A negli stessi mercati, non riscontrando tuttavia elementi probatori sufficienti per accertare l’infrazione anche nei confronti di tale operatore.
Nel corso dei procedimenti, l’Autorità si è avvalsa della collaborazione del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.