Da un’indagine giornalistica di Wired è emerso che i siti web di una serie di enti pubblici non sarebbero conformi alle disposizioni del Regolamento europeo dei dati personali. Un rapporto di Federprivacy conferma che il mancato aggiornamento alle norme del GDPR è un fenomeno esteso nel settore della Pubblica Amministrazione
Secondo i risultati di un monitoraggio online effettuato dal magazine Wired il 4 e 5 aprile 2019, il sito del ministero dell’Economia e delle finanze, del Ministero dell’Ambiente, i portali della Polizia di stato, della Corte di cassazione, del Trentino-Alto Adige e della Sardegna, e del partito della Lega presentano un’informativa sulla privacy aggiornata solo al decreto legislativo 196/2003, superato dal GDPR entrato in vigore il 25 maggio 2018.
Ma i casi di non conformità sembrerebbero essere molti di più. Una ricerca dell’Osservatorio di Federprivacy ha riportato che su 3.000 siti web di comuni italiani 1.435 (47%) continuano ad utilizzare connessioni non sicure basate sul vecchio protocollo “http”, e sono segnalati come “non sicuri” dai principali browser. E 1.079 siti di comuni (36%) non rendono disponibili i dati di contatto del Responsabile della Protezione dei dati (c.d. data protection officer), come invece disposto dal GDPR.
Come ricorda Wired, il rispetto del Gdpr garantisce sicurezza per gli utenti che accedono online alle informazioni della Pubblica Amministrazione . Un recente studio della società di cybersicurezza danese Cybot, diffuso attraverso newsletter Guerre di rete, ha evidenziato la presenza di tracker pubblicitari sui siti governativi di 25 Stati dell’Unione europea. Si tratta di applicativi che registrano il comportamento delle persone online, raccogliendo informazioni utili per l’industria della pubblicità. Per quanto riguarda la situazione italiana, sul sito governo.it, l’indagine di Cybot ha rilevato la presenza degli ad tracker di Facebook, Twitter, Youtube e Doubleclick (che appartiene a Google).