Il 17 maggio 2019 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale europea la Direttiva (UE) 2019/790 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale e che modifica le direttive 96/9/CE e 2001/29/CE (Testo rilevante ai fini del SEE.)
La direttiva intende garantire che diritti e obblighi del diritto d’autore di lunga data si applichino anche online e contiene norme volte ad armonizzare il quadro giuridico dell’Unione in materia di diritto d’autore e di diritti connessi nell’ambito del mercato interno, con particolare riferimento agli utilizzi digitali e transfrontalieri dei contenuti protetti. Stabilisce inoltre regole riguardanti le eccezioni e le limitazioni al diritto d’autore e ai diritti connessi, l’agevolazione nell’ottenimento delle licenze, nonché norme miranti a garantire il buon funzionamento del mercato per lo sfruttamento delle opere e altri materiali.
La nuova normativa mira ad aumentare le possibilità dei titolari dei diritti, in particolare musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori (creativi) e editori di notizie, di negoziare accordi migliori sulla remunerazione derivata dall’utilizzo delle loro opere presenti su importanti piattaforme come YouTube, Facebook e Google News che saranno direttamente responsabili dei contenuti caricati sul loro sito. Attualmente, infatti, le piattaforme di contenuti sono poco incentivate a firmare accordi di licenza equi con i titolari dei diritti, in quanto non sono considerate responsabili dei contenuti che i loro utenti caricano. Notoriamente, esse sono obbligate a rimuovere i contenuti che violano i diritti solo su richiesta del titolare. Tuttavia, ciò non solo è oneroso per i titolari dei diritti ma nemmeno non garantisce loro un reddito equo.
La condivisione di frammenti di articoli di attualità è espressamente esclusa dal campo di applicazione della direttiva, tuttavia sono presenti disposizioni per evitare che gli aggregatori di notizie ne abusino. Ad esempio, lo snippet (la porzione di testo che sintetizza una notizia) può continuare ad apparire quando un articolo è condiviso su Facebook, a condizione che sia “molto breve”. Il caricamento di opere protette per citazioni, critiche, recensioni, caricature, parodie o pastiche rimane garantito anche sottoforma di meme e GIF.
Nel testo viene inoltre specificato che il caricamento di opere su enciclopedie online in modo non commerciale come Wikipedia, o su piattaforme software open source come GitHub, sarà automaticamente escluso dal campo di applicazione della direttiva. Le piattaforme di nuova costituzione (start-up) saranno soggette a obblighi più leggeri rispetto a quelle più consolidate. L’accordo mira a facilitare l’utilizzo di materiale protetto da diritti d’autore per la ricerca che si basa sull’estrazione di testi e dati, eliminando così un importante svantaggio competitivo che i ricercatori europei si trovano attualmente ad affrontare. Viene inoltre stabilito che le restrizioni del diritto d’autore non si applicheranno ai contenuti utilizzati per l’insegnamento e la ricerca scientifica.
Infine, la direttiva consentirà l’utilizzo gratuito di materiale protetto da copyright per preservare il patrimonio culturale. Le opere fuori commercio possono essere utilizzate quando non esiste un’organizzazione di gestione collettiva che possa rilasciare una licenza.
Salvo i casi di cui all’articolo 24, la direttiva non modifica e non pregiudica le norme stabilite dalle direttive attualmente in vigore nel settore, in particolare le direttive 96/9/CE, 2000/31/CE, 2001/29/CE, 2006/115/CE, 2009/24/CE, 2012/28/UE e 2014/26/UE.
La direttiva si applica a tutte le opere e altri materiali protetti dal diritto nazionale nel settore del diritto d’autore al 7 giugno 2021 o in data successiva, fatti salvi gli atti conclusi e i diritti acquisiti prima del 7 giugno 2021, e dovrà essere recepita dai Paesi membri con un atto legislativo vincolante entro il 7 giugno 2021 informandone immediatamente la Commissione.