Sta aumentando la portata delle proteste contro la decisione di Sky Italia di escludere dal suo pacchetto satellitare Current TV, il canale-sito web fondato da Al Gore nel 2005, noto per ospitare contenuti-video d’informazione alternativa creati dai telespettatori.
La campagna di reclamo è stata lanciata sul sito di Current attraverso una pagina che esorta tutti i sostenitori ad inviare una mail all’amministratore delegato di Sky Italia Tom Mockridge per chiedere la revoca della decisione di chiudere il canale. Nel giro di qualche giorno la protesta si è diffusa su Facebook, Twitter e su molti magazine online e cartacei, coinvolgendo un numero crescente di persone preoccupate per la motivazione ideologica che potrebbe sottendere alla decisione di Sky.
Secondo i vertici di Current TV, infatti, il mancato rinnovo del contratto è da imputare a motivazioni di carattere politico. La missione di Current sarebbe in opposizione all’agenda ideologica della News Corporation, la multinazionale proprietaria di Sky, che prevede la ricerca di potere politico in tutte le nazioni in cui opera. Questo quanto sostenuto da Al Gore in una recente intervista al The Guardian, nella quale l’ex candidato alle presidenziali USA ha acccusato Rupert Murdoch, proprietario della News Corp, di aver abusato del suo potere. Secondo Gore la motivazione dietro la decisione di chiudere Current TV va individuata nel recente ingaggio di Keith Olbermann, un giornalista americano che ha sempre aspramente criticato l’operato della News Corp, chiamato a condurre un nuovo programma del canale.
Più specificatamente sul caso italiano, Gore ha sostenuto che la posizione di Current TV spesso critica nei confronti del governo e del premier Berlusconi (Current ha trasmesso il discusso documentario “Citizen Berlusconi” sull’accentramento del potere mediatico in Italia) si scontrerebbe con i piani di Murdoch, determinato ad ingraziarsi i favori del governo nella trattativa sugli spazi del digitale terrestre.
Queste tesi sono state portate dall’ex candidato alle presidenziali USA anche sugli schermi italiani, in una puntata della trasmissione “Annozero“, condotta da Michele Santoro. Il noto conduttore l’anno scorso era stato a sua volta ospitato su Current TV in occasione di “Rai per una notte”, l’evento di protesta contro la sospensione dalla Rai di “Annozero”. Secondo i dirigenti di Current la collaborazione con Santoro, nemico del premier italiano, aggiunge un ulteriore tassello alla tesi della chiusura di Current come “omaggio” a Silvio Berlusconi.
In risposta alle accuse, Sky ha dichiarato che le uniche motivazioni dietro alla decisione sono di carattere economico. La piattaforma satellitare ha reso noto che il contratto stipulato con Current nel 2008, quando è stata inserita nel pacchetto Sky, prevedeva un rinnovo automatico qualora il canale avesse raggiunto l’obiettivo di 4500 telespettatori medi giornalieri, un obiettivo mai raggiunto. La decisione, dunque, sarebbe stata presa in considerazione del fatto che oltre al mancato raggiungimento della quota, nel primo trimestre del 2011 Current Tv ha avuto un calo di share del 20% rispetto al 2010.
Secondo Current tuttavia gli ascolti sono in aumento. Il dato del 2010 sarebbe infatti stato falsato proprio da “Rai per una notte”. La portata dell’evento mediatico avrebbe portato uno picco di ascolti anomalo per Current, falsando così il dato aggregato degli ascolti del primo trimestre 2010, rispetto al quale si registra una diminuzione nel 2011. Se si esclude l’anomalia, però, i dati di share sarebbero in aumento.
Ad ogni modo, in seguito alle prime proteste pare che Sky abbia fatto una proposta di rinnovo a Current, ma che questa non sia stata accolta. La piattaforma satellitare avrebbe infatti proposto al canale un compenso del 70% in meno rispetto al contratto precedente. Sky tuttavia sostiene che Current avrebbe chiesto invece il doppio rispetto all’accordo stipulato tre anni prima.
La diatriba tra Current e Sky sembra per ora essersi trasformata in una guerra di dati – misurati con parametri diversi – e proposte economiche non del tutto trasparenti. I commentatori della rete si dividono fra quanti credono alle motivazioni ideologiche e quanti trovano fantasiosa la tesi di un alleanza fra i due rivali Rupert Murdoch e Silvio Berlusconi. Il caso, sollevato da Current TV, ha nuovamente rivolto l’attenzione internazionale verso la situazione mediatica italiana.
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