La Commissione Europea discuterà mercoledì una modifica alla direttiva sulla protezione dei dati personali nella quale verrà per la prima volta riconosciuto il “diritto ad essere dimenticati”, ovvero il diritto per il cittadino di pretendere la cancellazione di qualunque dato personale archiviato su siti web.
Le modifica, collocata nell’ambito dell’ampio lavoro di revisione della direttiva, che risale al 1995, è stata anticipata dal Vicepresidente dell’Unione Europea, Viviane Reding, durante la Digital Life Conference recentemente tenutasi a Monaco.
La proposta ha come primo obiettivo quello di aiutare gli adolescenti a i giovani a controllare e gestire la propria reputazione online, in particolare sui social network. Alla base dell’intervento normativo c’è infatti la preoccupazione riguardo alla difficoltà di ottenere la cancellazione di dati “imbarazzanti”, pubblicati con leggerezza nel passato, ma dalle possibili conseguenze negative per il presente, specialmente in considerazione del fatto che sempre più spesso chi offre un lavoro effettua delle ricerche su Internet per orientarsi sui candidati.
Non tutti i dati, tuttavia, sarebbero ugualmente cancellabili. Viviane Reding ha infatti specificato che questa modifica non influirebbe sui dati archiviati nei database degli organi di informazione, così come sui dati medici o sui dati in possesso degli organi di giustizia.
Le maggiori compagnie della rete non hanno ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali a commento della proposta nell’attesa di maggiori dettagliate informazioni.
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